Nakba '48: diritto al ritorno dei rifugiati in Egitto.

AIC - Alternative Information Center
16.05.2012
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/28-news/3591-nakba-48-il-diritto-al-ritorno-dei-rifugiati-in-egitto

Nakba ’48: Il diritto al ritorno dei rifugiati in Egitto

di  Rami Almeghari (The Electronic Intifada)
 

Said Mohammad al-Shorbajy vuole morire in Palestina. “È il mio unico desiderio, spero che Dio lo renda possibile”. 

                              al-shorbajy _alexandria

Malato, circa sessant’anni, è originario di Jaffa, città palestinese ora in Israele. Ha vissuto nella città egiziana di Alessandria negli ultimi 40 anni. Suo padre, Mohammad, faceva il pescivendolo a Jaffa. Durante la Nakba – l’ondata di pulizia etnica che ha permesso la creazione dello Stato di Israele nel 1948 – la sua famiglia è stata costretta a lasciare la propria casa. All’epoca Said, ora noto anche come Abu Mohammad, aveva solo tre anni. A causa della Nakba, la sua famiglia si è trasferita nel campo profughi di Al-Shati, a Gaza. Qualche anno dopo, quando Said era un adolescente, sono stati di nuovo trasferiti con la forza, quando Israele ha occupato Gaza nel 1967. 

 

Da allora vive ad Abu Qeer, ad Alessandria, un quartiere che ospita molte famiglie palestinesi e gli edifici sono molto simili a quelli dei campi profughi di Gaza. 

Stranieri 

Con sua moglie, Um Mohammad Mana, ha cresciuto due figlie e un figlio in Egitto. “Seppure ci troviamo bene tra i nostri fratelli e le nostre sorelle egiziane negli ultimi 40 anni, abbiamo sempre la sensazione di essere degli stranieri che sono venuti qui per l’educazione dei figli o per portarli dal medico – spiega Um Mohammad – Dobbiamo pagare per la loro educazione e per le cure sanitarie. Inoltre, abbiamo solo un permesso di residenza temporaneo che va rinnovato ogni cinque anni”. 

Shainaz Mana, la sorella di Um Mohammad, interviene: “Non posso incontrare la mia unica figlia rimasta a Gaza. La legge qui stabilisce che una donna sopra i 60 anni può attraversare il confine di Rafah tra Gaza e Egitto facilmente. Così ho chiesto più volte il permesso alle autorità locali, ma hanno sempre rifiutato. È perché sono una rifugiata?”. 

In un altro angolo del quartiere di Abu Qeer vive da sola Ameena Tulba, donna palestinese di 80 anni. Anche lei è in Egitto da oltre 40 anni. Ha un piccolo appartamento con tutti gli effetti personali sparsi qua e là. “Sono originaria di Jaffa – racconta – Non ricordo molto della via prima del 1948. Ricordo solo che ci hanno sparato contro e ci hanno messo su navi dirette nella Striscia di Gaza”. Ha vissuto nel campo profughi di Al-Shati fino al matrimonio, poi si è trasferita in Arabia Saudita. 
                                               ameena-tulba

“Mi sono abituata a vivere ad Alessandria, soprattutto negli ultimi 24 anni, quando mi sono trasferita qui da sola perché mio marito Toufic è morto – spiega – Spero di tornare in Palestina. Non a Al-Shati, ma a Jaffa, la mia città natale. Spero di morire lì”. 

Nessun compromesso sui diritti 

Abdelqader Mohammad, 70 anni, è un professore di storia in pensione e vive a Camp Shizar, un distretto di Alessandria. Spiega che i potenti governi occidentali – primi tra tutti Gran Bretagna e Stati Uniti – hanno molte responsabilità per le sofferenze del popolo palestinese. 

La Dichiarazione Balfour del 1917 – firmata dall’allora segretario agli esteri inglese, Arthur James Balfour – ha preparato la strada alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. “In 1942 – con l’aiuto degli Stati Uniti – il movimento sionista ha organizzato la conferenza di Baltimora che ha gettato le basi per la creazione di gruppi paramilitari sionisti che poco dopo avrebbe giocato un ruolo fondamentale contro la popolazione palestinese, guidando il loro trasferimento forzato nella guerra del 1948”, racconta il professore. 
                              abdulqader-mohammed

Come molti suoi vicini, il professore è nato a Jaffa, poi trasferito a Gaza e poi in Egitto nel 1967. È fermamente convinto che i palestinesi hanno il diritto al ritorno nella propria patria. “La risoluzione 194 del 1949 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilisce chiaramente che tutti i palestinesi cacciati dalle proprie case nel 1948 hanno il diritto a tornare e a ricevere un risarcimento. Io non accetterò mai un risarcimento senza ritorno”. 

Rami Almeghari è giornalista e docente universitario a Gaza. 

Questo articolo è apparso su The Electronic Intifada: http://electronicintifada.net/content/palestinians-egypt-insist-right-return/11281 

Tradotto in italiano da Emma Mancini (Alternative Information Center)