Israele: il governo a trazione ultradestra attende Barack Obama

Nena News
19.03.2013
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Israele: il governo a trazione ultradestra attende Barack Obama

Il presidente americano troverà ad attenderlo il nuovo esecutivo guidato da Benyamin Netanyahu fondato su una solida ideologia di estrema destra e sostenitore dei coloni

di Michele Giorgio


Gerusalemme, 19 marzo 2013, Nena News - Il nuovo governo israeliano di destra «tende» la mano ai palestinesi ed è «pronto per una vera pace» che metta fine «una volta per tutte» al conflitto. Lo ha detto Benjamin Netanyahu presentando alla Knesset il suo nuovo esecutivo. Il premier ha aggiunto che «entrambe le parti» devono essere disposte al compromesso. E' noto il «compromesso» che Netanyahu chiede ai palestinesi: rinunciare ad uno Stato sovrano e accontentarsi di fazzoletti di terra cisgiordana.
 
                            
                Il nuovo governo israeliano ricevuto ieri dal presidente Shimon Peres

Quali compromessi sia disposto a fare il primo ministro però nessuno lo sa. E guardando la composizione del nuovo governo è davvero arduo immaginare che la coalizione appena nata riesca a trovare anche un solo punto di intesa con i palestinesi. La deputata laburista Merav Michaeli è intervenuta in Parlamento per sottolineare che la «pace» di cui parla Netanyahu non figura neanche una volta nel testo del programma della coalizione formata da quattro partiti: Likud-Beitenu, Yesh Atid, HaTnua e Habayit HaYehudi.

Messi alla porta lo Shas e gli partiti religiosi ortodossi - avidi di sussidi statali ma anche flessibili riguardo a un accordo con i palestinesi -, nel governo sono entrate forze che a tutto pensano tranne che a trovare un compromesso con gli «arabi». A cominciare da Habayit HaYehudi (Casa ebraica). Il suo leader Naftali Bennett esclude categoricamente la creazione di uno Stato palestinese e la sua vera preoccupazione sarà intensificare i piani di colonizzazione di Cisgiordania e Gerusalemme Est. Cosa che avverrà attraverso il suo compagno di partito e nuovo ministro dell'edilizia, Uri Ariel, che, peraltro, è un colono.

Un compromesso di pace fondato sulle risoluzioni dell'Onu è molto lontano da ciò che pensa il neo ministro della difesa ed ex capo di stato maggiore (nei primi insanguinati anni della Seconda Intifada) Moshe Yaalon. Nell'agosto 2002, in un'intervista al quotidiano Haaretz, Yaalon disse che il popolo palestinese ha le caratteristiche del «cancro». «Ci sono diverse soluzioni per il cancro - affermò - alcuni dicono che è necessario amputare gli organi ma io al momento sto applicando la chemioterapia». Nello stesso mese, sette anni dopo, definì il movimento "Pace adesso" «un virus». E se si considera che il vice ministro della difesa sarà Danny Danon, un esponente del partito Likud noto per le sue aperte posizioni contro un accordo con i palestinesi, e che a capo del ministero degli esteri è rimasto l'alfiere dell'ultranazionalismo Avigdor Lieberman, il quadro è completo. Non saranno certo ministri in apparenza "soft" come Yair Lapid (finanze) e Tzipi Livni (giustizia) a moderare la linea di un governo nato non per trovare un accordo con i palestinesi ma per ultimare la preparazione dell'attacco aereo alle centrali atomiche iraniane di cui si parla da anni. Netanyahu ieri è stato chiaro: la priorità del nuovo governo di Israele, ha detto, «sarà quella di proteggere la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini. Non sto esagerando quando dico che le minacce sono più grandi che mai». Un riferimento fin troppo evidente all'Iran. Nena News