ANP braccio israeliano in Cisgiordania

Nena News
22.02.2013
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Abbad Yehya: Anp braccio israeliano in Cisgiordania

L'occupazione non sarebbe completa senza l'aiuto da parte della sicurezza dell'Autorità Palestinese, scrive il giornalista del quotidiano al Akhbar

di Abbad Yehya - Al Akhbar English

Betlemme, 22 febbraio 2013, Nena News - All'entrata di Aida e Azzah, campi profughi di Betlemme, a pochi metri dalla torre militare israeliana lungo il Muro di Separazione, è fissa la presenza delle forze di sicurezza dell'Autorità Nazionale Palestinese. Sono lì per evitare che i giovani palestinesi dei campi lancino pietre o molotov contro il checkpoint israeliano, evento verificatosi svariate volte negli ultimi due mesi.
               

Ci spostiamo al campo profughi di Qalandiya, a Sud di Ramallah, dove la sicurezza dell'ANP sta compiendo un raid per trovare un’auto che sarebbe stata rubata da un giovane palestinese. Le forze dell'ANP controllano l'area e parte uno scontro con i residenti del campo fino a quando il veicolo viene trovato e riconsegnato all'esercito di occupazione israeliano.

I campi, sia a Ramallah che a Betlemme, sono al centro di schermaglie contro l'occupazione israeliana, ma anche luoghi di protesta politica e sociale contro le politiche dell'ANP. La prima scena è la versione soft dei cosiddetti "doveri di sicurezza" dell'Autorità Palestinese - quelli che la gente chiama "coordinamento della sicurezza - apertamente promossi dai portavoce delle forze di polizia. La seconda scena illustra il grado di diligenza delle forze di sicurezza alle misure previste per le zone più tese, anche se ciò significa arrivare a scontri che potrebbero provocare vittime tra i residenti del campo.

I campi profughi palestinesi sono sempre zone di tensione ma, a livello economico e sociale, le tensioni nascono contro l'ANP, che intende agire come uno Stato, anche quando un terzo del suo budget va alla sicurezza, senza tener contro della crisi economica. Tale tensione è evidente in tutta la Palestina.

A Jenin c'è una continua campagna per la sicurezza che ha portato a morti e arresti di numerosi comandanti di Fatah e di ex membri della sua ala militare, le Brigate Al Aqsa.

Nel vicino campo di Balata, a Est di Nablus, un raid delle forze di sicurezza dell'ANP si è concluso con l'arresto di numerosi combattenti delle Brigate Al Aqsa, qualche mese fa. Poche settimane dopo, hanno organizzato una protesta armata nel campo per chiedere la fine della campagna di arresti. La loro azione è diventata controversa quando hanno annunciato alla stampa israeliana che non stavano portando con sé armi per combattere Israele, ma per ottenere indietro i propri diritti e per porre fine alle costanti umiliazioni da parte delle forze di sicurezza palestinesi.

Come spesso accade, la polizia ha optato per un confronto fisico, riarrestandoli e allargando così la campagna del campo.

Il 20 gennaio 2013, i residenti del campo di Amari, a Ramallah, hanno bloccato la strada principale fuori dal campo per protestare contro un raid compiuto dai secondini israeliani nella prigione di Eshel, dove i loro figli sono detenuti. Dopo il tentativo della polizia di spostarli dalla strada, i manifestanti si sono scontrati con la sicurezza palestinese per tutta la notte. Proiettili e gas lacrimogeni hanno provocato numerosi feriti.

Un incidente che mostra che l'ANP è pronto ad usare la forza, anche se prima era solita negoziare con le fazioni e le organizzazioni del campo. Tuttavia, gli eventi più recenti dimostrano il fallimento dell'opzione della sicurezza. I loro metodi non sono riusciti a fermare le proteste. Poco tempo fa, la città di Nablus è stata teatro di scontri dovuti alle proteste contro la decisione del governo di interrompere le esenzioni fiscali ai residenti dei campi profughi.

L'approccio della sicurezza dell'ANP nel rapportarsi con i campi profughi ha portato a chiare accuse: l'ANP sta tentando di cancellare lo status politico dei campi come espressione di un trasferimento temporaneo. Attraverso procedure legali, i campi vengono trasformati in quartieri poveri, collegati alle città della Cisgiordania.

Inoltre, la retorica dell'ANP e delle sue forze di sicurezza nei campi ha subito sostanziali cambiamenti. Commentando gli scontri nel campo di Amari, il capo della polizia ha detto che i suoi uomini hanno compiuto "una semplice operazione di sicurezza per sradicare alcune cellule che mettono in pericolo la sicurezza del Paese".

Portavoce della sicurezza hanno recentemente cominciato a usare termini come "sicurezza pubblica", "pace sociale" e "limitazione delle armi da parte della polizia". Termini simili a quelli usati nei Paesi arabi controllati da dittature, prima e dopo le Primavere Arabe.

Va sottolineato che la retorica della sicurezza e della sovranità non tiene contro dei raid quotidiani, delle perquisizioni e degli arresti compiuti dalle forze di occupazione israeliane nelle città palestinesi.

Traduzione a cura della redazione di Nena News