Haaretz.com
14.03.2013
I coloni saliranno al potere nel nuovo governo di Israele
Il nuovo governo di Netanyahu, che metterà le sue risorse nell’espansione degli insediamenti, rischia di costringere Israele ad un crescente isolamento internazionale.
di Barak Ravid
Probabilmente Mercoledì l’ambasciatore degli Stati Uniti Dan Shapiro si è seduto a scrivere un lungo telegramma alla Casa Bianca prima della visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama al nuovo governo in Israele. Oltre a notare il fatto ovvio che il primo ministro Benjamin Netanyahu è ancora più debole ed è diventato l'ostaggio politico di tutti i suoi partner della coalizione, probabilmente Shapiro ha sottolineato il drammatico aumento del potere dei coloni nel terzo governo di Netanyahu.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu affronta una riunione del consiglio di amministrazione dell'Agenzia Ebraica dei governatori a Gerusalemme, 18 febbraio 2013. Foto da Reuters
Netanyahu nella sua debolezza, e Yair Lapid di Yesh Atid, nella sua ignoranza e insensibilità, hanno lasciato il gatto a guardia della panna. Il denaro e le risorse che Lapid ha lottato per prendere dal centro di studi ebraici andrà, direttamente o indirettamente, a costruire sempre più insediamenti. A Lapid, gli elettori della classe media, che vivono entro i confini del 1967, continueranno a chiedere dove è finito il denaro.
Il governo non è ancora stato costituito, ma sembra che la maggior parte delle posizioni chiave saranno occupate dai coloni e dai loro sostenitori. Possiamo supporre che, come ministro, Uri Ariel dedicherà un bel po' del suo tempo ad espandere gli insediamenti in Cisgiordania e portare avanti i bandi per le costruzione nei quartieri ebraici di Gerusalemme est. Dirà certamente che la costruzione negli insediamenti contribuirà a fornire case a prezzi più bassi.
L'insediamento israeliano di Har Adar, appena al di là della Linea Verde. Foto di Emil Salman
Il probabile nuovo ministro della Difesa, Moshe Ya’alon, è considerato tra i coloni, la figura preferita dal Likud. Il ministro della difesa è la figura chiave per la costruzione degli insediamenti, apre e chiude il rubinetto a suo piacimento. Ya’alon, che ha attaccato il suo predecessore Ehud Barak per aver esitato nella costruzione degli insediamenti e per aver contrastato la legalizzazione degli avamposti illegali, intende cambiare la politica.
A differenza degli ultimi quattro anni, i leader dei coloni avranno una porta aperta presso l’ufficio del ministro della difesa. Troveranno uno di loro anche nell'ufficio a fianco, anche quello del vice ministro della difesa. Il membro della Knesset Ze’ev Elkin, egli stesso un colono, è una probabile figura per quel posto e sarà responsabile di tutta la questione degli insediamenti.
La lista continua, come ministro dell'industria, del commercio e del lavoro, Naftali Bennett può ridisegnare la mappa delle priorità nazionali e dare sussidi governativi a più insediamenti. Indossando la giacca del ministro della diplomazia, Bennett cercherà di convincere il mondo che non c'è nessun popolo palestinese e che gli insediamenti sono legali.
I suoi colleghi di partito Nissan Slomiansky e Ayelet Shaked, membri della commissione finanze della Knesset, determineranno il flusso di denaro contante, Uzi Landau, nel ministro del turismo, aprirà bed-and-breakfast a Yitzhar e lancerà una campagna internazionale per portare i turisti evangelici a Tapuah e Bat -Ayin. Il ministro per gli Affari di Gerusalemme, Uri Orbach, avrà un ministero senza portafoglio, ma troverà certamente un modo per aiutare l'associazione Elad.
Non ci sono praticamente controlli e contrappesi sull'altro lato. Lapid non considera gli insediamenti un problema, nella sua campagna elettorale ha parlato di un blocco delle costruzione. Non sarà quello che fermerà l'aumento dei finanziamenti agli insediamenti segretamente iniziato dal suo predecessore, il ministro delle finanze Yuval Steinitz. Il presidente di Hatnuah, il membro della Knesset Tzipi Livni, non starà sulla breccia da solo. Livni, che è stata incaricata di negoziare con i palestinesi, avrà molto tempo libero per occuparsi di tribunali sovraccarichi e con la lentezza dei procedimenti, come futuro ministro della Giustizia.
Netanyahu, che ha cucinato questo brodo, ora lo dovrà mangiare. Netanyahu, che è anche in possesso del portafoglio del ministero degli Esteri, è consapevole della difficile situazione internazionale di Israele. I suoi stretti consiglieri lo hanno avvertito del danno che gli insediamenti stanno causando ad Israele e sostengono il loro congelamento, anche se in maniera solo parziale. Se non darà prova di capacità leadership e responsabilità, il governo dei coloni che è stato imposto a Netanyahu sarà il governo dell’isolamento.
(tradotto da barbara gagliardi
per l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)