Nena News
23.09.2013
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Cisgiordania, il boom dei delitti d'onore
Solo nei primi nove mesi del 2013 sono stati 25, in aumento dal 2012. E l'Autorità nazionale palestinese non ha intenzione di emendare ulteriormente la legge
di Giorgia Grifoni
Roma, 23 settembre 2013, Nena News - Una donna palestinese di 30 anni è stata trovata morta nel villaggio di Deir al-Ghosoun, nella provincia di Tulkarem, il 21 settembre scorso. Circa dieci giorni prima, il corpo di un'altra giovane palestinese era stato ritrovato a Beit Omra, frazione di Yatta, a sud di Hebron. Entrambe uccise da un familiare, per il quale il disonore di un divorzio era più forte di ogni altra cosa. Con una legislazione complice che prescrive al massimo 6 mesi di carcere per l'assassino, il delitto d'onore resta una realtà molto diffusa nei Territori palestinesi occupati: secondo i dati del Centro delle Donne per l'Aiuto legale e la Consulenza, solo nel 2013 le vittime sono state 25.
L'ultima, Thamar Zeinab, è stata strangolata dal padre, che ha subito confessato l'omicidio. Una fonte interna alla famiglia ha rivelato all'agenzia stampa Ma'an che la ragazza era stata costretta a sposarsi a 15 anni: quattro anni dopo aveva chiesto il divorzio. Pochi giorni fa, poi, alcuni giovani di Deir al-Ghosoun avrebbero sorpreso un ragazzo di un villaggio vicino ubriaco accanto alla casa della vittima. In seguito, il padre della ragazza aveva tappezzato il paese con poster in cui dichiarava di aver ripudiato sua figlia e l'aveva strangolata.
Il padre della vittima si è difeso puntando il dito contro Abdulrahman Zeidan, un suo parente avvocato appartenente ad Hamas, che stava tentando di convincere gli altri membri della famiglia a firmare una petizione per disonorarlo. Così facendo, l'avvocato avrebbe costretto l'uomo a difendere l'onore uccidendo sua figlia. La petizione, firmata da 51 familiari, oltre al disonore avrebbe infatti comportato l'espulsione dal villaggio e dalla Cisgiordania. Una cosa che Zeidan, in difficoltà economiche e membro di una famiglia molto conservatrice, non avrebbe potuto sopportare.
Sembrano fotografie di un tempo a noi sconosciuto eppure, stando alle stime del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, ogni anno circa 5 mila persone vengono uccise per motivi legati all'onore. Solo nei Territori palestinesi occupati, dove il delitto d'onore sta tornando a diffondersi, nel 2012 le vittime sono state 13 e nel 2011 quattro. All'origine della crescita del fenomeno vi è, tra gli altri, una legislazione troppo permissiva nei confronti degli uomini che non tutela le donne in materia di violenza domestica e a malapena le considera vittime in caso di stupro. Ma nei casi di delitti d'onore l'uomo-assassino può addirittura ottenere il "perdono" della legge qualora trovasse sua moglie a letto con un altro.
Si tratta dell'articolo 340 del codice penale giordano, in vigore in Cisgiordania dal 1960, che per i delitti d'onore prevede una pena non superiore a sei mesi di detenzione e, in alcuni casi, l'impunità per l'assassino. Sembrava che qualcosa si fosse mosso nel maggio del 2011, quando il ritrovamento - dopo 13 mesi di ricerche - del corpo della giovane Ayah Baradiya, 20 anni, uccisa dallo zio che non approvava il suo progetto di matrimonio, aveva portato il dibattito sul delitto d'onore nelle piazze e nei talk show palestinesi.
Dopo l'emendamento fatto dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas per equiparare i delitti d'onore a quelli di altra natura, non c'è stato però l'emendamento allo sconto di pena. Come fa notare un'analisi dell'agenzia Ma'an, infatti, gli articoli 97-100 del codice penale giordano, in vigore in Cisgiordania, offrono ancora una riduzione della sentenza per qualsiasi atto compiuto "in preda alla rabbia". Il delitto d'onore, quindi, si può avvalere tranquillamente di queste attenuanti.
Il fatto che Mahmoud Abbas, come ha fatto sapere il suo consigliere legale Hassan al-Ouri nel dicembre scorso, non abbia alcuna intenzione di modificare queste leggi è dovuto, secondo il direttore generale del Comitato per gli Affari tecnici delle donne Soraida Hussein, alla sua debolezza nell'affrontare le forze conservatrici del Paese. Come ha spiegato al-Ouri, "noi siamo per la parità totale. Ma se dovessimo cambiare anche un solo principio del codice islamico a causa della CEDAW - la commissione ONU per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, ratificata da Abbas nel 2009, ndr - la gente si ribellerebbe e ci taccerebbe di non-credenti".
Per Soraida Hussein, invece, la questione va ben oltre la protezione delle donne: "Il presidente - ha dichiarato all'agenzia Ma'an - dovrebbe emendare la legge in modo che chiunque sconti la pena più alta possibile per aver commesso un omicidio. E non fa differenza che sia stato un uomo o una donna". Nena News.