AIC – Alternative Information Center
07.10.2013
http://www.alternativenews.org/english/index.php/politics/palestinian-society-/7125-egypt-strengthens-blockade-on-gaza
Il pugno di ferro egiziano contro i tunnel di Gaza
L’economia di Gaza è stata duramente colpita dalla recente distruzione della maggior parte dei tunnel che collegano alla città egiziana di Rafah. I tunnel rappresentano l’unica via di sopravvivenza per Gaza, che vive sotto l’assedio israeliano.
di Alternative Information Center
La città di Rafah, a Sud della Striscia di Gaza, è stata divisa dopo il trattato di pace tra Egitto e Israele del 1979. Metà della città è rimasta su suolo egiziano, l’altra metà è stata sotto il controllo militare israeliano fino al 2005. Dopo il ritiro delle truppe israeliane, il confine è stato posto nelle mani dell’Autorità Palestinese, fino a quando Hamas ha assunto il controllo della Striscia nel 2007 e Israele e Egitto hanno chiuso entrambi le frontiere con Gaza.
Il passaggio di beni attraverso i tunnel sotterranei è diventato essenziale alla popolazione di Gaza, l’unico mezzo per bypassare l’assedio imposto da Israele e sostenuto dall’Egitto. I tunnel hanno permesso ai gazawi di accedere ad una vasta gamma di beni commerciali, bestiame, cibo, carburante, vestiti, automobili e materiali di costruzione.
Il costo per costruire e gestire un tunnel di media grandezza si aggira sui 90mila dollari. Generalmente appaltatori individuali costruiscono il tunnel, a partire dalle fondamenta delle case della Striscia, e scavano sotto il confine fino ad una profondità di 15 metri e una lunghezza di 800. nel 2009, l’Egitto con il sostegno dell’esercito statunitense ha avviato la costruzione di una barriera sotterranea per bloccare i tunnel esistenti e la costruzione di nuovi. Nonostante gli sforzi, però, i contrabbandieri sono riusciti a penetrare nella barriera di difesa.
In molti casi, i proprietari delle case che nascondono gli ingressi dei tunnel ricevono un risarcimento finanziario o una parte dei profitti derivanti dal tunnel.
Nel 2010 si stima che circa 7mila persone abbiano lavorato agli oltre mille tunnel – un numero che probabilmente è cresciuto nel tempo. Se la maggior parte dei tunnel sono generalmente costruiti seguendo alti livelli di ingegneria e hanno anche sistemi elettrici, di ventilazione e a volte dei binari, altri sono pericolosi e vicini al collasso.
Secondo il comandante delle forze di frontiera egiziane, il generale Ahmad Ibrahim, l’esercito egiziano ha distrutto 1.055 tunnel verso la Striscia dal gennaio 2011; 794 quelli demoliti solo nel 2013. In un’intervista a a Ma’an News, Ibrahim ha detto che gli ingegneri militari e i servizi di intelligence dell’esercito egiziano hanno avviato lo sviluppo di un sistema da istallare lungo il confine costiero e del Sinai. Un sistema altamente tecnologico che permetterà di individuare i tunnel e distruggerli.
(tradotto a cura di AIC Italia/Palestina Rossa)