Haaretz.com
10.10.2013
http://www.haaretz.com/news/national/.premium-1.551568
Israeliani attaccano una scuola in un villaggio palestinese e appiccano il fuoco agli oliveti.
L’IDF arresta quattro assalitori di una colonia illegale vicino a Shilo, ma gli allievi dicono che erano almeno 20 i coloni coinvolti.
di Amira Hass
Mercoledì, un gruppo di israeliani, presumibilmente coloni dell’area degli avamposti illegali a est di Shilo, hanno attaccato una scuola nel villaggio della West Bank di Jalud e appiccato il fuoco a oliveti.
Intorno a mezzogiorno, i piromani hanno fatto irruzione nella scuola elementare del villaggio e lanciato pietre nelle aule, come pure contro cinque auto parcheggiate, appartenenti agli insegnanti. Al tempo stesso, un altro gruppo, o gruppi, hanno dato fuoco agli oliveti del villaggio. I vigili del fuoco palestinesi, che sono arrivati da Nablus, hanno riferito che circa 400 alberi risultavano danneggiati. L’attacco combinato è riuscito anche se fonti dell’esercito hanno detto ad Haaretz che nella zona le forze dell’IDF erano state rinforzate a causa di un’accresciuta minaccia di violenza.
Jalud è circondato dagli avamposti illegali di Esh Kodesh, Adi Ad, Ahiya e Shvut Rahel, che sono lontani sole poche centinaia di metri dalle case del villaggio.
Sul sito internet di Yehudi Kol, attivamente filo colono, è stato riportato che l’attacco al villaggio è stato fatto “dopo che l’IDF aveva distrutto al mattino Givat Geulat Zion”, un avamposto illegale che è sorto due anni fa e ove vivono, secondo il sito, due famiglie.
Le fonti dell’IDF hanno dichiarato che “dopo aver ricevuto la relazione sull’avvenimento, sono state inviate forze di sicurezza che sono riuscite anche ad arrestare quattro sospetti, alcuni durante un inseguimento”. Un uomo che ha detto di essere responsabile della sorveglianza dalla zona delle colonie ha chiamato il presidente del Consiglio del villaggio di Jalud e gli ha detto, tramite uno dei rabbini attivisti per i diritti civili che erano lì, che quattro giovani erano stati arrestati. Sul sito web Kol Yehudi è riportato che erano stati arrestati tre giovani di Adi Ad. Ma, parlando con Haaretz, gli allievi della scuola del villaggio ritenevano che solo all’attacco della scuola vi avessero partecipato almeno 20 persone, e non sembravano essere dei minorenni. Gli studenti hanno raccontato che quando gli aggressori israeliani sono penetrati nel cortile e si sono avvicinati alla scuola gli insegnanti hanno rinserrato rapidamente le porte delle classi, mentre i bambini delle classi inferiori piangevano e gridavano.
Area nota per gli attacchi dei coloni.
Alle 16:30, l’odore del fuoco era ancora nell’aria. Nel cortile della scuola c’erano pietre sparse intorno, ma i proprietari delle cinque auto danneggiate le avevano già portate via per farle riparare. Il capo del Consiglio locale, Abdallah Mohammed Haj, ha riferito ad Haaretz di sapere di almeno un’origine del fuoco vicino a Shvut Rahel, aggiungendo che il calore e il vento avevano spinto rapidamente il fuoco su per il pendio. Non era a conoscenza che ci fossero altri punti di partenza dell’incendio doloso.
I vigili del fuoco palestinesi sono arrivati dopo un’ora mentre la gente del posto aveva già iniziato a spegnere gli incendi stessi. Circa 45 minuti dopo che erano stati appiccati i fuochi e c’era stata l’irruzione nella scuola, sono arrivate le forze di polizia e dell’esercito israeliano. I residenti hanno riferito che all’inizio i soldati hanno cercato di bloccare loro la strada per gli oliveti, evidentemente per paura che questi fossero intenzionati a raggiungere gli avamposti illegali. Ma quando si sono resi conto che volevano solo spegnere il fuoco, le truppe li hanno fatti passare.
La zona è conosciuta per il numero relativamente grande degli attacchi dei coloni contro gli abitanti dei villaggi palestinesi e la loro terra. Dal 2001 al 2007, i soldati e i coloni hanno impedito ai residenti di Jalud di prendersi cura della maggior parte delle loro terre. Nel 2007, è stato permesso loro di coltivare gli oliveti, proprio vicino agli avamposti illegali, ma solo in coordinazione con l’esercito e solo due volte all’anno, ogni volta per pochi giorni.
(tradotto da mariano mingarelli)