+972mag
04.11.2013
http://972mag.com/jordan-valley-fence-would-finalize-the-west-banks-complete-enclosure/81323/
La barriera della Valle del Giordano completerebbe la totale recinzione della West Bank.
In quello che potrebbe essere un colpo al cuore dei negoziati di pace in corso, Netanyahu riporta in auge i piani per costruire un ‘muro di sicurezza’ nella Valle del Giordano. Se la recinzione segue il percorso originale esso racchiuderà ogni futuro stato palestinese, consoliderà i confini di bantustan impossibili e darà vita a una nuova mappa dei confini di Israele.
di Haggai Matar
Dieci anni dopo che la pressione internazionale ha portato Israele ad accantonare i piani di costruzione della barriera di sicurezza/separazione per la Valle del Giordano, il primo ministro Benyanin Netanyahu è sulla buona strada per riportarli in auge. Domenica, due corrispondenti di Ma’ariv-Makor Rishon hanno riferito che diversi ministeri governativi stanno facendo già i preparativi per il progetto e che lo stesso Netanyahu ordinerà l’inizio della costruzione una volta che la recinzione di confine con l’Egitto sarà completata. Secondo Ma’ariv, la scusa ufficiale per la costruzione del nuovo segmento è la paura che i profughi siriani, che ora soggiornano in Giordania, potrebbero infiltrarsi – anche se non sono noti rapporti di siriani che cercano di arrivare nella West Bank dalla Regno Hashemita – e “la chiusura del confine con Israele”.
Tuttavia, i corrispondenti citano anche la tempistica non casuale con cui Netanyahu ha fatto conoscere i suoi piani: proprio quando i negoziati con i palestinesi sembrano andare a sbattere in un vicolo cieco, essendo la questione della sovranità sulla Valle del Giordano a quel che si dice uno degli ostacoli principali. Proprio la settimana scorsa, in una conferenza del Likud, Netanyahu ha chiarito di considerare il controllo israeliano della Valle del Giordano una questione strategica fondamentale e una linea rossa per tutti i futuri accordi.
Ma non è ancora chiaro dove esattamente Netanyahu progetta di costruire la sua recinzione. Quando circa 11 anni fa vennero tracciate le mappe della barriera di separazione della West Bank, inclusero comunque piani per una recinzione che avrebbe separato la maggior parte dell’area montuosa, dove vive la gran parte dei palestinesi, da un’ampia estensione della Valle del Giordano. Obiezioni americane a tale percorso portarono alla sua cancellazione già nel 2003, come pure alla sospensione della costruzione di interi segmenti della barriera/muro a est di Gerusalemme e nell’area a sud di Betlemme/Gush Etzion, lasciando ampi varchi nel percorso fino a oggi pianificato della barriera.
Considerando le implicazioni di annessione politica connesse alla recinzione esistente e il desiderio di Netanyahu di assicurare il controllo israeliano sul confine giordano, non sarebbe stravagante presumere che voglia costruire la barriera lungo il percorso originale. Il risultato sarebbe quello di circondare completamente i territori palestinesi della West Bank con recinzioni israeliane, rimovendo tutti i confini territoriali che potrebbero condividere con un altro stato (oltre a Israele), completando il processo di bantustanizzazione di un futuro stato/autonomia palestinese.
La Valle del Giordano è stato uno dei problemi più importanti, ma meno considerati e raramente discussi dell’occupazione. Il Piano di Ehud Barak per conservare il controllo di Israele nella Valle del Giordano fu uno dei motivi per cui Yasser Arafat respinse la sua “generosa offerta” nel 2000.
Nel decennio successivo, nella Valle del Giordano la libertà di movimento dei palestinesi è stata assai limitata e in modo crescente, il tutto mentre le colonie israeliane e i furti di terreni agricoli sono continuati a crescere. Allo stesso tempo – e sempre di più negli ultimi anni – Israele ha demolito un gran numero di villaggi palestinesi della Valle, sostenendo che si trovavano nel mezzo di campi per esercitazioni militari. Inoltre, lo Stato ha cercato di forzare comunità beduine della Valle del Giordano entro altre aree della West Bank. Amira Hass di Haaretz tiene al corrente su queste demolizioni e le descrive come processi di pulizia etnica. Costruire la recinzione potrebbe essere l’ultimo passo per trasformare l’area in una striscia di terra di frontiera per soli ebrei, che gran parte della leadership politica considera essenziale per la sicurezza di Israele.
L’articolo di Ma’ariv riferisce anche che Netanyahu sta premendo per il completamento delle fortificazioni di confine nulle Alture del Golan. Mettendo insieme tutti questi pezzi – la nuova barriera sui confini con l’Egitto contro i cercatori di asilo africani, quella ai confini siriani e ora la barriera della Valle del Giordano – sembra che Netanyahu stia dando il tocco finale per garantirsi un posto nella storia di Israele come il primo ministro che ha circondato l’intero paese di barriere e muri, non solo per motivi di sicurezza e ragioni demografiche, ma anche per delimitare il territorio sul quale lo Stato ebraico potrà contare nel lungo periodo, a prescindere dai colloqui di pace e dalle critiche internazionali.
(tradotto da mariano mingarelli)