http://www.forumpalestina.org/news/2014/Febbraio14/14-2-14_Piano-pace-kerry.htm
Il piano di pace di John Kerry "per riconoscere Israele come Stato ebraico"
Foto: Saul Loeb/Getty
By Robert Tait, Jerusalem
Secondo quanto riportato, l'accordo quadro di John Kerry per la pace in Medio Oriente definisce Israele come lo stato del popolo ebraico, nonostante l'accanita opposizione palestinese
Secondo le notizie che trapelano, John Kerry proporrà il riconoscimento di Israele come Stato ebraico nell'accordo di pace in corso di elaborazione, uno sviluppo che rappresenta un colpo brillante per la leadership israeliana, ma che rischia un definitivo rifiuto palestinese.
Una bozza di accordo di pace per il Medio Oriente, in corso di elaborazione da parte di John Kerry, proporrà il riconoscimento di Israele come Stato ebraico, secondo informazioni trapelate; uno sviluppo che rappresenta un colpo brillante per la leadership israeliana, ma che rischia un definitivo rifiuto da parte palestinese.
Kerry, il segretario di Stato americano, ha ignorato le obiezioni palestinesi, dichiarandosi d'accordo sul fatto che il carattere ebraico di Israele dovrebbe essere parte esplicita di un accordo sullo status definitivo, ha riferito il quotidiano conservatore israeliano Maariv.
Kerry dovrebbe presentare una copia del cosiddetto "accordo quadro" a Benjamin Netanyahu quando il primo ministro israeliano sarà in visita a Washington all'inizio del mese prossimo per incontrare il presidente Barack Obama e intervenire alla conferenza annuale dell'AIPAC, il più influente gruppo di lobby pro-Israele degli Stati Uniti. Si dice che alcuni diplomatici europei abbiano messo in guardia sul fatto che i palestinesi percepiranno il documento come sbilanciato in favore di Israele, ed è improbabile che lo accettino.
Il documento - che ha avuto diverse settimane di gestazione - definirà Israele come "lo Stato-nazione del popolo ebraico", secondo Maariv, che cita una fonte statunitense. Secondo il piano di pace di Kerry, esso dovrebbe esistere al fianco della Palestina, che sarebbe lo "Stato-nazione del popolo palestinese".
Un'altra concessione ad Israele: il documento proporrà un accordo di pace lungo i confini pre-1967, ma con scambi di territori che tengano conto dei "cambiamenti demografici" sul terreno - una frase che i palestinesi liquidano come pensata per consentire agli israeliani di mantenere gli insediamenti nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est.
L'accettazione da parte di Kerry della pretesa di Israele di essere riconosciuto come Stato ebraico è un duro colpo per il Presidente Abbas, il quale sostiene che essa comprometterà la posizione di 1,5 milioni di cittadini arabi del paese. I palestinesi dicono che significherebbe anche cedere sulla richiesta di un "diritto al ritorno" per cinque milioni di rifugiati, che includono coloro che hanno lasciato le loro case nel 1948, al momento della "guerra di indipendenza" di Israele, così come i loro discendenti.
"Quando si parla di uno Stato ebraico, si sta parlando della fine definitiva di qualsiasi soluzione per i profughi palestinesi - pensate se un qualsiasi palestinese potrebbe accettare questo", ha dichiarato ai giornalisti Nabil Shaath, un alto funzionario palestinese ed ex ministro degli esteri, in una recente conferenza a Ramallah. "Se il signor Kerry pensa che questo sia il massimo della sua brillante intelligenza, il documento non andrà da nessuna parte. E' impossibile per i palestinesi firmare un tale accordo con Israele".
Funzionari palestinesi sottolineano che l'Egitto e la Giordania hanno firmato accordi di pace con Israele senza riconoscere esplicitamente la sua ebraicità. Netanyahu, invece, ha definito la questione il più grave ostacolo ad un accordo e ne ha fatto il punto centrale nei suoi colloqui con Kerry.
Il segretario di Stato americano sta cercando di strappare un accordo quadro che permetta di estendere l'attuale ciclo di negoziati oltre il periodo di tempo di nove mesi, che scade il 29 aprile.
Si prevede che il documento stravolgerà questioni spinosissime quali lo status di Gerusalemme e l'accordo di sicurezza per la Valle del Giordano, un'area strategicamente sensibile nella zona di confine della Cisgiordania, dove Israele insiste che dovrebbe mantenere una presenza militare a tempo indefinito.
I palestinesi vogliono Gerusalemme Est - un settore che comprende luoghi sacri della città biblica - come loro capitale. Ma Netanyahu chiede che una capitale palestinese sia ubicata in una zona non specificata, denominata "Grande Gerusalemme" - che forse significa le periferie della città situate verso l'esterno. Egli vuole anche che il riferimento alla richiesta palestinese venga presentato come una semplice "aspirazione".
Secondo la Reuters, nei commenti che illustrano l'abisso che divide le due parti, Nabil Abu Rdeineh, portavoce di Abbas, ha avvertito che l'accordo quadro non dovrebbe attraversare le "linee rosse" palestinesi.
Ciò dovrebbe significare - ha detto il portavoce - riconoscere chiaramente i confini del 1967 come la frontiera che divide i due Stati, designare Gerusalemme Est come capitale palestinese, e definire "illegali" ("illegal") gli insediamenti israeliani nei territori occupati. Kerry ha detto invece che gli insediamenti sono "abusivi" ("illegitimate").
Fonte: The Telegraph 12 febbraio 2014
Traduzione a cura del Forum Palestina
Articolo Originale :
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/10631293/John-Kerry-peace-plan-to-recognise-Israel-as-a-Jewish-state.html