Striscia di Gaza-La Freedom Flotilla torna

Striscia di Gaza-La Freedom Flotilla torna quest’estate a forzare il blocco

Michele Giorgio

Si chiama “Marianne av Gote­borg” ed è un pesche­rec­cio acqui­stato da “Ship to Gaza Sve­zia” e “Ship to Gaza Nor­ve­gia”. La pros­sima estate, assieme ad altre due imbar­ca­zioni, “Marianne” pren­derà parte alla Free­dom Flo­tilla 3, la nuova mis­sione volta a rom­pere il blocco di Gaza impo­sto da Israele. Sono pas­sati diversi anni dalle sue prime spe­di­zioni navali e la FF non si arrende, con­ti­nua a denun­ciare la chiu­sura di Gaza e la con­di­zione della popo­la­zione pale­sti­nese. Sabo­taggi, divieti e gli arrem­baggi da parte della Marina mili­tare israe­liana – è ben noto quello del mag­gio 2010, quando i com­man­dos dello Stato ebraico ucci­sero nove pas­seg­geri della nave turca “Mari Mar­mara” -, non hanno sco­rag­gia­to­gli atti­vi­sti inter­na­zio­nali della FF. Nep­pure le fiamme, inne­scate dai colpi spa­rati dalle unità da guerra israe­liane durante l’offensiva “Mar­gine Pro­tet­tivo” che lo scorso luglio hanno distrutto l’”Arca di Gaza” anco­rata nel pic­colo porto di Gaza city, sono riu­scite a demo­ti­vare chi della fine del blocco israe­liano ha fatto la sua causa. Sulla nuova Free­dom Flo­tilla ci sarà anche l’ex pre­si­dente tuni­sino, Mon­cef Mar­zouki, assieme ad espo­nenti poli­tici, reli­giosi, figure di spicco dell’economia e della cul­tura di diversi paesi. In tutto dovreb­bero essere una ses­san­tina di pas­seg­geri. Una spe­di­zione che Israele segue con atten­zione ed è pronto a fermare.

Deci­sivo per la nuova mis­sione è il con­tri­buto della Free­dom Flo­tilla Ita­lia. «La sto­ria delle flot­ti­glie – spiega Paola Man­dato della FF Ita­lia — è una sto­ria di soli­da­rietà, di cam­pa­gne di base in tutto il mondo, per­sone che dal 2006 orga­niz­zano azioni dirette a sfi­dare il blocco disu­mano e ille­gale di Gaza». Gli obiet­tivi poli­tici rag­giunti da que­ste ini­zia­tive, aggiunge Man­dato, «sono di aver por­tato ogni volta al cen­tro dell’attenzione mon­diale il blocco di Gaza e di aver mostrato le vere e bru­tali inten­zioni del governo Neta­nyahu nel totale non rispetto della lega­lità inter­na­zio­nale». E’ in corso in par­ti­co­lare la cam­pa­gna “Apriamo Gaza, il Porto della Pale­stina” che pro­pone una serie di passi volti a met­tere in con­tatto le realtà cul­tu­rali ed eco­no­mi­che di Gaza con il resto del mondo. Tra i suoi obiet­tivi c’è anche quello di dotare di uno scuo­la­bus l’asilo di al Burej che porta il nome di Vit­to­rio Arri­goni, l’attivista e repor­ter ita­liano ucciso nel 2011. A stu­denti ed inse­gnanti si rivolge un’altra ini­zia­tiva della FF Ita­lia, “Un dise­gno per supe­rare il blocco di Gaza”, che esorta i ragazzi a fare un dise­gno, un lavoro, un video da inviare agli stu­denti di una scuola di Gaza. I lavori saranno reca­pi­tati nella Stri­scia da uno dei pas­seg­geri a bordo delle tre imbar­ca­zioni della Free­dom Flo­tilla 3. Un primo con­tri­buto è già arri­vato e porta la firma pre­sti­giosa di Vauro. «Per i bam­bini di Gaza – dice Paola Man­dato — rice­vere un mes­sag­gio da parte di bam­bini in altre parti del mondo, signi­fica capire che qual­cuno pensa a loro e ne ha cura. I bam­bini par­lano un lin­guag­gio uni­ver­sale, che non cono­sce bar­riere di nes­sun tipo. I bam­bini comu­ni­cano senza pre­giu­dizi, sanno quindi sta­bi­lire con­tatti e ridare spe­ranza lad­dove gli adulti hanno fal­lito finora».

La Free­dom Flo­tilla Ita­lia ricorda che nella Stri­scia di Gaza circa 500.000 stu­denti pale­sti­nesi non sono stati in grado di tor­nare a scuola lo scorso autunno a causa delle distru­zioni cau­sate dai raid aerei e dai can­no­neg­gia­menti israe­liani della scorsa estate: 174 scuole sono state col­pite, di cui 26 rase al suolo e altre 30 con­ti­nuano ad ospi­tare fami­glie che non hanno più una casa. La rac­colta fondi avviata dalla FF à volta anche alla rea­liz­za­zione di un cen­tro per le donne a Gaza.

Il Manifesto 11.4.2015