Regia di Scandar Copti e Yaron Shani
FILM – Colore – Durata 120’ – Germania/Israele/Palestina – 2009 – Attori: Shahir Kabaha (Omar), Fouad Habash (Nasri), Ibrahim Frege (Malek), Scandar Copti (Banj), Eran Naim (Dando), Youssef Sahwani (Abu Elias), Ranin Karim (Hadir), Elias Sabah (Shata), Hilal Kabob (Anan), Nisrin Rihan (Ilham). Versione in arabo/ebraico con sottotitoli in inglese.
Ajami è il nome del quartiere povero di Tel Aviv – Jaffa dove si svolge la storia narrata nel film, scritto e diretto dal duo arabo-israeliano composto da Scandar Copti (che vive ad Ajami) e Yaron Shani.
Diviso in capitoli, il film si sviluppa lungo cinque linee narrative che si dipanano in maniera non lineare e non-cronologica e dove gli eventi sono presentati più volte e da diverse prospettive. I personaggi, di diversa estrazione e fede, palestinesi ed ebrei, musulmani e cristiani, assumono connotazioni di volta in volta positive o negative per poi rivelarsi errate. Angosce, affetti, pregiudizi, disprezzo rivelano confusione di identità e di passioni. Arabi ed ebrei vivono fianco a fianco in una profonda sfiducia reciproca. Antichi pregiudizi e odi emergono costantemente a dimostrare l’impossibilità di stabilire rapporti interetnici, e che sono invece espressione dello stato di ostilità latente tra le diverse comunità di Ajami.
Nel film, i tanti attori non professionisti danno alla storia un che di documentaristico: i personaggi arabi parlano tra loro in arabo, gli ebrei in ebraico, come farebbero nella vita reale.
La voce narrante del film è quella di un adolescente arabo israeliano di tredici anni, Nasri, il cui fratello maggiore Omar avrebbe dovuto essere ucciso dai sicari di un clan di beduini ricattatori per vendicare il fatto che un loro zio, bodyguard in un locale, aveva ferito gravemente il membro della banda durante un tentativo di estorsione. I killer assassinano, invece, per sbaglio, un vicino di casa di Narsi. Si innesca così una catena di omicidi. Per porvi fine, la questione viene posta di fronte al giudice di pace di un tribunale beduino. Questi condanna Omar, in quanto esponente più anziano della famiglia, a pagare una cifra considerevole di denaro per evitare ulteriori vittime tra i propri congiunti. La ricerca del denaro per il riscatto diventa a questo punto l’ossessione di Omar che cerca sostegno e lavoro presso una personalità di spicco di Jaffa, Abu Elias, ma le prospettive non risultano presto adeguate alle necessità, per cui vanno cercate soluzioni alternative.
Nel ristorante di Abu Elias trova asilo anche Malek, un palestinese sedicenne di Nablus che si è trasferito clandestinamente in Israele per poter racimolare il denaro necessario per dare alla madre, malata di leucemia, la possibilità di subire un intervento di trapianto del midollo osseo. Il salario di lavoratore illegale non è però sufficiente a coprire le spese dell’operazione.
Per Omar e Malek l’occasione di risolvere una volta per tutte i loro problemi si presenta quando si trovano tra le mani un pacchetto di droga da rivendere, trovato nella casa del cuoco del ristorante di Abu Elias, Binj, rinvenuto morto dopo un’irruzione della polizia israeliana.
Binj è un giovane arabo israeliano che sogna un futuro brillante con la fidanzata ebrea, ma soffre per il rifiuto della sua comunità ad accettare un legame sentimentale di questo tipo. Inoltre il fratello accoltella un vicino di casa ebreo per futili motivi e Binj viene travolto dagli sviluppi della vicenda che lo portano alla tragedia finale del suicidio per overdose.
Anche, la storia d’amore tra Omar e Hadir , figlia di Abu Elias, è contrastata. Essa richiede segretezza visto che lei è cristiana mentre lui è musulmano. Ma l’evidenza dei sentimenti non può essere occultata a lungo e, quando il padre di Hadir se ne rende conto, non riuscendo a piegare la figlia, prepara una trappola per far sì che Omar venga catturato dalla polizia.
Infine, c’è Dando, un poliziotto israeliano il cui fratello minore, Yoni, è scomparso. Quando questi viene ritrovato cadavere e l’omicidio viene attribuito dalla polizia ai palestinesi, Dando cade preda sia del senso di colpa per non essere stato capace di proteggere il fratello, che del desiderio ossessivo di vendicarne la morte.
Nell’epilogo finale, la tragedia coinvolge tutti i personaggi, da Omar a Malek e a Nasri, da Abu Elias a Dando, in un intreccio di assurda e imprevedibile violenza.