28/4/2016, da:“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”
I due giovani – fratello e sorella –uccisi a sangue freddo il 20/4 mattina al check-point di Qalandiya, e presentati al mondo dalla propaganda israeliana come “attentatori”, in realtà erano due cittadini che si sono trovati per sbaglio a percorrere la carreggiata per autoveicoli, e non quella per i pedoni, e che non hanno capito gli ordini dei militari. La confusione è stata fatale, poiché i robo-killer israeliani li hanno crivellati di colpi. Lei lascia due bimbi di 6 e 4 anni ed era incinta di 5 mesi. Il fratello, di 16 anni, ha tentato di portarla via da lì, ma è stato troppo tardi. Nessuno dei due rappresentava una minaccia.
Testimoni hanno raccontato all’agenzia Ma’an che Maram Salih Hassan Abu Ismail, 23 anni, incinta di cinque mesi e madre di due bimbi, e suo fratello Ibrahim, di 16 anni, si stavano dirigendo verso Gerusalemme, quando hanno imboccato l’ingresso per i veicoli e non quello per i pedoni, dentro il check-point di Qalandiya, vicino a Ramallah. I due sembrano non fossero in grado di comprendere ciò che i soldati israeliani stavano gridando in ebraico e si sono fermati. I testimoni hanno affermato che Ibrahim sembra avesse tentato di prendere la sorella per un braccio e allontanarla di lì, quando i soldati hanno aperto il fuoco, colpendola. Maram è caduta a terra e quando Ibrahim ha tentato di aiutarla, è stato colpito a sua volta. Un autista di autobus palestinese, Muhammad Ahmad, ha detto a Ma’an che il soldato che ha sparato a Maram si trovava dietro a un blocco di cemento a 20 metri di distanza da lei, e che né lei né il fratello rappresentavano una minaccia. Un altro testimone dell’attacco contro i due Palestinesi ha dichiarato a Ma’an che i militari israeliani si sono avvicinati ai due dopo che già erano a terra e hanno di nuovo aperto il fuoco per assicurarsi che fossero morti. Il testimone ipotizza che i soldati abbiano piazzato i coltelli sulla scena, così che la fotografia potesse essere diffusa dalla polizia israeliana a giustificazione del duplice omicidio. Le testimonianze raccolte, infatti, contraddicono la versione della polizia israeliana. Maram aveva ottenuto, per la prima volta, un permesso dalle autorità israeliana per entrare a Gerusalemme. Anche questo spiega la sua confusione sul percorso da prendere nel check-point.