Tel Aviv /PNN / https://english.pnn.ps/news/45696
In una lettera di martedì 29/11 il primo ministro israeliano, Yair Lapid, ha sollecitato 50 capi di Stato, tra cui quelli del Regno Unito e della Francia, a fare pressione sull'Autorità Palestinese perché non dia seguito alla risoluzione approvata dall'Assemblea Generale ai primi di novembre. La risoluzione chiede alla Corte Internazionale di Giustizia di pronunciarsi "con urgenza" sulla "prolungata occupazione, insediamento e annessione del territorio palestinese" da parte di Israele, che, afferma la risoluzione, viola il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione. La Corte Internazionale di Giustizia (JCJ=International Court of Justice) è uno dei sei principali organi delle Nazioni Unite(NdT)
Nella sua lettera, Lapid ha espresso la preoccupazione che la risoluzione possa "screditare" le "preoccupazioni per la sicurezza" del regime e "delegittimare" la sua "stessa esistenza". Ha aggiunto che lo status del territorio conteso dovrebbe essere oggetto di negoziati diretti tra Israele e Palestina e che portare la questione davanti alla Corte Internazionale di Giustizia "farà solo il gioco degli estremisti".
Nel frattempo, un portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto che gli sforzi di Lapid sono "destinati a fallire". Nabil Abu Rudeineh, primo ministro della Autorità Nazionale Palestinese, ha aggiunto: "Siamo fiduciosi che i leader mondiali che hanno sempre sostenuto la nostra giusta causa non arretreranno dalle loro posizioni".
Il 28/11, sullo stesso argomento, 198 organizzazioni palestinesi e internazionali hanno chiesto alla Corte Penale Internazionale (Cpi) di indagare sui crescenti crimini israeliani contro i palestinesi. Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati palestinese ha esortato le Nazioni Unite ad adottare misure per proteggere la popolazione dei territori occupati dall'aumento degli attacchi israeliani. In un comunicato, il ministero ha invitato a fare pressione sulle autorità israeliane responsabili dell'apartheid per fermare le violenze delle forze dell'esercito israeliano e dei coloni, affermando che "queste violazioni equivalgono a crimini di guerra e si inseriscono nel quadro dell'escalation evidente dell'aggressione israeliana contro il nostro popolo e i suoi diritti."
Dall'occupazione del 1967 dei territori palestinesi della Cisgiordania e di al-Quds Est, il regime ha costruito più di 250 insediamenti illegali dove vivono più di 600.000 israeliani. Tutti gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato le attività di insediamento di Israele nei territori occupati con diverse risoluzioni. L'ultimo ciclo di colloqui israelo-palestinesi è fallito nel 2014. Tra i principali punti critici di quei negoziati c'era la continua espansione degli insediamenti di Israele.
Traduzione a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese