"Campi di sterminio" per i nemici di Israele

Il nuovo deputato del Likud Avichai Buaron ha pubblicato nel 2010 un editoriale che sosteneva i campi di sterminio per gli "Amaleciti", un eufemismo poco velato per indicare i palestinesi.

Jonathan Ofir 26 marzo 2023 https://mondoweiss.net/2023/03/meet-avichai-buaron-the-new-likud-lawmaker-who-advocated-for-extermination-camps-for-israels-enemies/

Avichai Buaron è un attivista della destra radicale, leader del movimento per il mantenimento dell'avamposto illegale di Amona in Cisgiordania, illegale anche per la legge israeliana. Questa settimana Buaron è diventato il nuovo membro del Parlamento israeliano nel partito Likud di Benjamin Netanyahu, sostituendo il parlamentare David Amsalem che si è dimesso per andare al Ministero della Giustizia. Buaron si distingue perché, come se non bastasse la sua difesa dell'estrema destra, nel 2010 ha pubblicato un editoriale in cui chiedeva "campi di sterminio" per i nemici di Israele.

Sì, avete letto bene, "campi di sterminio".   L'editoriale si riferiva al sostegno dei campi di sterminio per gli "Amaleciti", un comune eufemismo ebraico. Gli Amaleciti erano un popolo spesso citato nella Bibbia come acerrimo nemico degli israeliti, dove nel Deuteronomio il Dio israelita ordina di "cancellare il ricordo di Amalec da sotto il cielo". Nell'Israele contemporaneo, è opinione diffusa che "Amaleciti" sia un riferimento ai palestinesi. In quest'ottica, dobbiamo esaminare l'editoriale (non firmato) di Buaron del 2010 (riportato da Haaretz), quando era presidente dell'organizzazione religioso-sionista "Maaynei Hayeshua" ("Fontane della Redenzione"), che stampava opuscoli distribuiti gratuitamente nelle sinagoghe degli insediamenti.

L'antefatto dell'opuscolo è di grande importanza: nel 2010, il rabbino capo di Safed, Shmuel Eliyahu (insieme ad altri 17 importanti rabbini locali), emise un giudizio secondo la quale gli ebrei dovrebbero negare la vendita o l'affitto di proprietà ai palestinesi (Eliayahu è stato anche presidente di Maaynei Hayeshua fin dalla sua nascita nel 2004). Il giudizio del rabbino è stato successivamente appoggiato da decine di rabbini, ma anche osteggiata da alcuni rabbini più liberali. È in risposta ai critici più liberali che è stato pubblicato l'editoriale di Avichai Buaron.

Ecco la parte critica dell'editoriale, che è apparso sotto il titolo "Gli uomini di fede sono perduti" in una sezione intitolata "rabbini di carriera" e critica i rabbini liberali che si sono opposti all'ingiunzione di Shmuel Eliyahu :

"È vero, ci sono anche persone di questo tipo. Burocrati. Quelli che non vogliono disturbare, che spiegano che 'questa non è veramente la Halacha' [legge religiosa], e anche che 'questo è solo un aspetto' e che 'ci sono altri rabbini che differiscono' e che, in breve, il politically-correct è il loro pane quotidiano. È dubbio che in passato si siano identificati con l'appello non estetico "chi è per il Signore, venga a me" [Esodo 32:26], è dubbio che abbiano preso parte alle nostre lotte culturali. È dubbio che lo faranno mai. È interessante se lasceranno ad altri la concentrazione degli Amaleciti nei campi di sterminio o se forse decideranno che l'esistenza degli Amaleciti non è più rilevante. Il tempo ce lo dirà".

Decifriamo prima il linguaggio biblico in codice, per essere chiari sul significato del messaggio. L'Esodo 32 è un passo particolarmente cruento, in cui Mosè dice a coloro che hanno ascoltato il suo appello "venite da me": "Ognuno di voi uomini si allacci la spada al fianco, vada avanti e indietro per l'accampamento da una porta all'altra e uccida suo fratello, il suo amico e il suo vicino".

Buaron si prendeva gioco di questi rabbini contemporanei perché, se fossero esistiti al tempo di Mosè, forse non avrebbero ascoltato l'invito di Mosè a stare con lui e con Dio e, implicitamente, avrebbero esitato a massacrare i loro fratelli, amici e vicini.

La parte relativa ai campi di sterminio per gli Amaleciti è curiosa, perché utilizza una terminologia contemporanea ("campi di sterminio") e un tempo futuro con l'uso arcaico di Amalek - il che suggerisce che Amalek sia proprio un eufemismo. La frase che deride i rabbini per aver stabilito che "l'esistenza di Amalek non è più rilevante" sottolinea questo aspetto: che gli Amaleciti esistono sotto forma di nemici contemporanei di Israele. Questi sono, ovviamente, i palestinesi.

Avichai Buaron ha "sistematicamente evitato di rispondere" all'articolo di Haaretz, come hanno riferito. Ma il rabbino Mordechai Eliyahu, che aveva emesso il giudizio originale contro la concessione di alloggi ai palestinesi, che era al centro di tutta questa discussione, ha risposto ad Haaretz (pur sottolineando di non aver scritto l'articolo di Maaynei Hayeshua):

"Ho capito che si trattava di una dichiarazione nei confronti di quei rabbini, di cosa avrebbero fatto quando sarebbero stati chiamati a sterminare Amalek. Anche voi vi sareste seduti a braccia conserte? Ma poiché non è stata compresa correttamente, una settimana dopo sono state presentate delle scuse. Ma un po' di proporzione, via!. I campi di sterminio non sono il sogno di nessuno di noi".

Haaretz ha notato che le scuse menzionate, emesse una settimana dopo, "non si riferivano ai campi di sterminio o agli Amaleciti, ma solo alla questione dei rabbini". Si noti anche il tempo presente e futuro nella risposta di Eliahu: "quando saranno chiamati in causa" non "se saranno chiamati in causa". La confusione tra passato e presente in questo tipo di difesa non è casuale.

Inviti a spazzare via i palestinesi    Buaron non ha dovuto precisare che "Amaleciti" si riferiva ai palestinesi. Gli ebrei sanno chi sono gli Amaleciti contemporanei. Così come Eliyahu non aveva bisogno di dire "palestinesi": "arabi" significa lo stesso per queste persone. Sono termini che non vanno affatto per il sottile. Recentemente, il ministro Bezalel Smotrich ha chiesto di "spazzare via" la città palestinese di Huwwara, per vendicare l'uccisione di due coloni ebrei avvenuta lì. Questi sentimenti sono spesso condivisi nel discorso israeliano.

A un sopravvuto della Shoah: traditore, ti bruciamo la casa     L'invito del rabbino Mordechai Eliyahu a negare l'alloggio ai palestinesi di Safed ha avuto conseguenze terribili. Un esempio è stato quando Eli Zvieli, 89 anni, sopravvissuto all'Olocausto, è stato minacciato che gli bruciassero la sua casa perché aveva affittato delle stanze a tre studenti palestinesi (tutti cittadini israeliani, per essere chiari). Il Guardian ha riferito che Zvieli aveva degli avvisi appiccicati alla porta di casa che lo denunciavano come traditore dell'ebraismo. Si tratta di una campagna concertata di intimidazione razzista. A volte, come abbiamo visto, questi incitamenti si manifestano con estrema violenza e costano anche delle vite.

È sconcertante pensare che Avichai Buaron sia un sostenitore ideologico di una politica di Apartheid così estrema, e che abbia addirittura portato questa convinzione al livello di una difesa del genocidio. In pratica stava dicendo che i rabbini critici sono un pericolo per noi, poiché esiterebbero anche a commettere atti genocidi, che potrebbero essere essenziali in futuro.

Fa riflettere anche il fatto che Avichai Buaron non è un membro dei partiti più a destra, come il Sionismo religioso di Bezalel Smotrich o il Potere ebraico di Itamar Ben-Gvir, ma è un membro del Likud di Netanyahu, il partito di gran lunga più grande della politica israeliana.

Cosa farà una persona del genere come parlamentare ? Il tempo ce lo dirà.

(Trad. a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese)