Su Pagine Ebraiche del 19/4/23 una rassegna stampa, come sempre accurata
Sostituzione etnica. “No alla sostituzione etnica, dobbiamo pensare all’Italia di dopodomani incentivando le nascite”. A dirlo, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al congresso della Cisal. “Lollobrigida schock”, scrive Repubblica che a riguardo titola in prima pagina “La difesa della razza”. Sotto, l’immagine e le parole di Mattarella ad Auschwitz sulla responsabilità genocida dei fascismi. Il quotidiano ospita poi diversi editoriali di replica al ministro. Per Michele Serra ad esempio l’affermazione di Lollobrigida rappresenta “Una lettura razzista (termine che non uso mai con leggerezza) in base alla quale il concetto di nazionalità – essere italiani – coincide con quello di razza. Con l’aggravante che una ‘razza italiana’ – se non nell’obbrobrioso ventennio nel quale gli italiani furono costretti a immaginarsi ‘razza’ – non esiste e non è mai esistita”. Serra poi aggiunge: “L’idea di indire una specie di campionato della natalità, riempiendo le culle di ‘veri italiani’ per contrastare l’invasione straniera, è uno dei capisaldi del razzismo moderno. Di ‘difesa della razza’ ne abbiamo già avuta una e ci è bastata”.
Sia Repubblica che Corriere ricordano poi come il termine “sostituzione etnica” sia diventato la base di diverse teorie complottiste razziste e antisemite. Non a caso, scrive Massimo Gaggi sul Corriere, sul sito del governo viene indicata la teoria della “grande sostituzione” come "mito neonazista secondo il quale i bianchi vengono sostituiti dai non bianchi. Spesso, come in tante altre teorie cospirative, gli ebrei vengono indicati come i veri colpevoli”. Gaggi prosegue spiegando la genesi della terminologia (un accademico francese l’ha coniata contro l’immigrazione) e scrive che “in Italia a parlare di sostituzione etnica e di genocidio del popolo italiano è stato in passato soprattutto Matteo Salvini. L’espressione ‘grande sostituzione’ è stata usata più volte, ma non negli ultimi anni, anche da Giorgia Meloni. – scrive la firma del Corriere della Sera – I suoi sono apparsi soprattutto riferimenti al cosiddetto piano Kalergi un disegno di sostituzione che sarebbe stato concepito da imprenditori per creare un grande serbatoio di lavoratori mansueti e a basso costo. Teorie cospirative che già hanno ispirato varie stragi negli Usa (da quella di Buffalo a El Paso passando per la sinagoga di Pittsburgh) nonché quella di Christchurch in Nuova Zelanda”. Sul tema interviene inoltre Elena Loewenthal su La Stampa, con riferimento anche alla questione della natalità in Italia richiamata dal ministro. “Abbiamo bisogno e desiderio di bambini: vederli e sentirli parte del nostro mondo, immaginare il futuro grazie a loro. Ma non certo per contrastare una fantasiosa ‘sostituzione etnica’ che pare una questione del tutto fuori dal contesto, nostro, dei nostri figli e dei nipoti che (speriamo) verranno”.
NdR: Sostituzione etnica, in Israele è condivisa e praticata
I nostri scandalizzati giornalisti mainstream dimostrano tutto il loro ripudio per il termine Sostituzione etnica ma quando si parla di Israele corrono a mettersi i paraocchi per non rischiare di accorgersi che la Sostituzione etnica è la base dello Stato Ebraico al quale loro così accuratamente si accodano. Il concetto di Stato Ebraico viene inteso e viene praticato non come Stato fondato su valori ebraici, ma come Stato dove la maggioranza dei cittadini sia di ebrei. La preoccupazione che assilla gli israeliani, e che ne ispira gran parte delle scelte politiche violente, è proprio quello della sostituzione etnica, cioè la preoccupazione che i non ebrei possano diventare numericamente la maggioranza dei cittadini. Da qui la pulizia etnica, la Nakba, le espulsioni, la ghettizzazione, la disumanizzazione dei palestinesi. Questo concetto, che da noi fa inorridire, in Israele è una pratica quotidiana ed una convinzione della gran maggioranza degli ebrei israeliani. Lo Stato Ebraico che è stato realizzato non opera in base ai valori ebraici, quelli che noi riconosciamo ed apprezziamo come universali e parte della nostra cultura, bensì in base al sangue e alla nascita. Il sionismo di oggi è questo, non le garanzie di esistenza dello Stato di Israele – del cui cosiddetto “diritto ad esistere” non ha senso discutere in quanto la sua esistenza è evidente. Il sionismo di oggi esige una determinata composizione etnica dello Stato. In altri tempi a questo si dava il nome di purezza della stirpe od eugenetica, ma chiamiamolo con il suo nome : razzismo.