"Mai più" vale per tutti gli esseri umani

Firenze, 19 gennaio 2024

Con sconcerto e rammarico abbiamo preso atto della posizione della Comunità ebraica, che giudica
l'abbinamento proposto per la nostra iniziativa del 27 gennaio giorno della memoria dal titolo:
“ MAI PIU': ottanta anni fa il genocidio di ebrei, Rom, Sinti, omosessuali, disabili, deportati
militari e politici italiani da parte dello stato nazista. Oggi il genocidio dei palestinesi da parte dello
stato di Israele”, come il tentativo di creare inesistenti parallelismi fra la tragedia dell'Olocausto e il
genocidio in atto a Gaza e non solo, del popolo palestinese. Siamo sconcertati perchè riteniamo che fare
memoria degli orrori e dei crimini di ieri, abbia fra i suoi scopi fondamentali evitare che i crimini si
ripetano oggi e significa imparare la lezione della storia perchè questa non si ripeta, in modo magari
diverso ma con la stessa atrocità.
Quel collegamento che la Comunità ebraica non fa e che ritiene inopportuno e fuorviante, non era ritenuto
inopportuno dal nostro ex presidente Pertini, che il 31 dicembre 1982, tre mesi dopo Sabra e Shatila, si
richiamava proprio alle sofferenze vissute dal popolo ebraico per indicare quelle palestinesi e additare le
responsabilità israeliane nei fatti di allora.
Quel collegamento non è considerato inopportuno da Norman Filkenstein, docente ebreo i cui genitori
hanno vissuto la tragedia dei campi di concentramento e che proprio pensando a questi eventi, si spende
per richiamare le responsabilità israeliane rispetto al tentativo di pulizia etnica in atto a Gaza.
E' la relatrice speciale delle Nazioni Unite nei TPO Francesca Albanese, ad affermare pubblicamente che
ciò che sta succedendo a Gaza significa non aver compreso la lezione della Shoah.
Il collegamento fra orrori diversi, fra tragedie diverse, lo ha fatto il Sudafrica, paese che ha vissuto
l'apartheid e riconosce come tale la situazione che vivono i palestinesi non solo a Gaza, dove è in atto un
vero e proprio genocidio, ma soprattutto in Cisgiordania e che proprio in questi giorni ha portato Israele
di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia con l'accusa di genocidio. L'accusa e il materiale portato
davanti al tribunale dell'Aia hanno una solidità impressionante. E' il motivo per cui tanti paesi del Sud
globale, dal Brasile alla Colombia, alla Namibia, alla Bolivia, ad altri trenta paesi, stanno sostenendo
pubblicamente l'iniziativa sudafricana. Riteniamo francamente stupefacente il fatto che, nei giorni in cui
mezzo mondo fa questi collegamenti, in cui un genocidio, che è 10 volte superiore a Sabra e Shatila per
numero di vittime e 4 volte superiore a Srebrenica, è tuttora in atto, la Comunità ebraica critichi la scelta
di farlo dialogare con la memoria della Shoah.
Il nostro auspicio sincero, pur nella consapevolezza della sua difficile realizzazione, è che la Comunità
ebraica e i sostenitori senza riserve della politica israeliana, riescano ad allargare il loro orizzonte di
valutazione, alla stregua di tanti gruppi e associazioni ebraiche; ciò le consentirebbe di entrare in dialogo
con quel mondo, che vuole rigettare l'orrore e l'ingiustizia di qualunque provenienza e che considera un
abominio l'idea di utilizzare i crimini di ieri come paravento per i crimini di oggi. Un mondo questo che è
costituito anche da tante voci ebraiche perfino all'interno della stessa Israele.
Nel frattempo ribadiamo con forza la nostra richiesta per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio di
tutti gli ostaggi e per l'invio costante di aiuti umanitari.


Assopace Palestina
Associazione di Amicizia italo palestinese
Casa dei diritti dei popoli