“Abusi su comandante di Hamas”: la procura militare israeliana dispone l’arresto di nove soldati
Sono accusati di avere violentato un leader di Hamas che ha denunciato di essere stato seviziato con un bastone. Proteste della destra https://www.repubblica.it/esteri/2024/07/30/news/soldati_israeliani_arrestati_abusi_detenuti_palestinesi-423420454/
30 luglio 2024, La Repubblica – Esteri dal nostro inviato Paolo Brera
TEL AVIV — Ufficiali di polizia delle forze armate israeliane sono entrati ieri nel centro di detenzione di Sde Teiman, nel Sud di Israele, con un mandato della procura militare: dovevano arrestare e interrogare nove soldati accusati di avere violentato un leader locale di Hamas che ha denunciato di essere stato seviziato con un bastone. È il primo tentativo delle istituzioni giudiziarie israeliane di fermare e punire i soprusi — denunciati da inchieste e organizzazioni per i diritti umani — nei confronti dei palestinesi arrestati per terrorismo. Ma non è finito bene.
I nove urlano indignazione chiedendo solidarietà ai commilitoni. Qualcuno spara spray al peperoncino negli occhi degli agenti. Quando riescono finalmente a trasferirli in arresto nella base militare di Beit Lid, la notizia già vola sui social. In poco tempo la base è assaltata da gruppi paramilitari, politici e parlamentari di destra. «Ogni israeliano deve scendere in strada per noi, è una vergogna. Ho dato la vita per il mio Paese e mi arrestano per un terrorista», urla uno dei militari.
Fuori dai cancelli sono in duecento. Alcuni armati, altri hanno il viso coperto e le magliette col logo di Force 100, uno squadrone di riservisti. Tra la folla c’è un deputato del partito religioso sionista del ministro Smotrich, Tally Gotliv. Spintona, discute, preme ed entra nella base seguito da altri. Arrivano i giornalisti, ma gli tirano addosso di tutto. Ilana Curiel di Ynet viene spinta. Le sputano: «“Puttana araba, traditrice”. Mi hanno fatto cadere il cellulare due volte, sono in lacrime», scrive.
Dentro, i manifestanti urlano slogan in solidarietà con i soldati arrestati. Tra i deputati di destra c’è anche il ministro Amichai Eliyahu. Deve arrivare in forze la polizia per riportare la calma e farli uscire. La bagarre finisce online: «Fate come me — twitta il deputato Hanoch Milbitsky — non voterò nulla finché l’ufficio del procuratore pensa di poter arrestare soldati per quello che fanno ai terroristi». «Perché, è legittimo infilare un bastone nel retto di una persona?», replica il collega Ahmed Tibi. Il premier Netanyahu esprime «ferma condanna» per le proteste. Il capo di Stato maggiore Herzi Halevi definisce l’invasione «gravissima e illegale», esprimendo «pieno appoggio alla procura e alla polizia militare che indagano senza guardare in faccia nessuno». «Pieno rispetto per i soldati che imprigionano terroristi di Hamas - dice il ministro della Difesa Yoav Gallant - ma le autorità devono poter indagare».
Il detenuto è ricoverato con lesioni tali da non poter camminare. Testimoni hanno raccontato ad Haaretz altre sevizie praticate dall’unità dei nove arrestati: «Hanno tirato una granata stordente in cella e poi li hanno presi a calci. Altri li ho visti con costole e denti rotti». Un rapporto della Ong svizzera Euro-med monitor ha raccolto testimonianze di «uccisioni extragiudiziali e arbitrarie, torture a morte e negazione di cure salva vita».
Tra le centinaia di attivisti israeliani di destra che hanno manifestato davanti alla base militare di Beit Lid la notte del 29 luglio, un gruppo di soldati mascherati e armati si è distinto tra la folla. I soldati erano facilmente identificabili dall'illustrazione sui loro distintivi: un serpente all'interno della Stella di David, le insegne della Forza 100. Fondata sulla scia della Prima Intifada, la Forza 100 è un'unità dell'IDF responsabile della supervisione dei detenuti palestinesi e della repressione delle rivolte in prigioni militari. Da ottobre, l'unità gestisce anche la base militare di Sde Teiman, dove i palestinesi della Striscia di Gaza sono stati detenuti, maltrattati e torturati.(https://www.972mag.com/sde-teiman-beit-lid-protests-detainees/)
Un'indagine riservata della polizia militare sui soldati per abusi su un detenuto è iniziata dopo che il prigioniero è arrivato al centro medico Soroka di Beersheba con una grave ferita ai glutei, hanno riferito funzionari medici a Channel 12 news. I funzionari dicono che il detenuto era a malapena in grado di camminare. Le sue ferite non erano emorroidi o ragadi e non potevano essere state autoinflitte, dice il rapporto. L'organizzazione di assistenza legale di destra Honenu, che rappresenta quattro dei soldati riservisti arrestati oggi per presunti abusi su un detenuto palestinese, sostiene che i loro clienti hanno agito per legittima difesa nell'incidente che ha lasciato il prigioniero ricoverato in ospedale. Il gruppo afferma in un comunicato che il detenuto ha attaccato e morso i soldati mentre veniva trasferito dalla prigione di Ofer al centro di detenzione di Sde Teiman quasi un mese fa, aggiungendo che uno dei riservisti è rimasto ferito nell'incidente, riporta Times of Israel.
I politici di estrema destra in Israele hanno espresso il loro sostegno ai soldati, con il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che ha chiesto al ministero della Difesa di "fermare immediatamente questo maltrattamento degli eroi dell'esercito". Anche il membro del gabinetto di estrema destra Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale, ha chiesto il rilascio dei soldati. (https://www.france24.com/en/live-news/20240730-israeli-soldiers-accused-of-abusing-palestinian-prisoner-questioned)
NdR: Si veda anche “Civili israeliani portati a guardarci mentre eravamo denudati e torturati”, pubblicato da Invicta Palestina (https://www.invictapalestina.org/archives/50714) e da Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 12 febbraio 2024
Centinaia di attivisti israeliani di destra hanno manifestato davanti alla base militare di Beit Lid, tra loro soldati mascherati e armati della Forza 100 responsabile della supervisione dei detenuti palestinesi e della repressione delle rivolte in prigioni militari