Il soldato Meir Ben-Shitrit è risultato il principale indagato dello stupro di gruppo nei riguardi di prigionieri palestinesi nel centro di detenzione di Sde Teiman. Invece di farlo considerare un infame, la sua storia lo ha trasformato nell'ultimo beniamino dei media israeliani.
Di Jonathan Ofir, MondoWeiss
Tre settimane fa, il canale israeliano di destra Channel 14 ha trasmesso un'intervista di 10 minuti con uno degli indagati nella vicenda dello stupro di gruppo nel carcere di Sde Teiman. Era mascherato, in uniforme e aveva una pistola a tracolla. Ha ricevuto numerose standing ovation dal pubblico in studio mentre raccontava la sua storia di vittima trattata ingiustamente nel caso di Sde Teiman. Solo due giorni dopo, è uscito allo scoperto e ha rivelato la sua identità in un video. L’indagato, ora noto per essere Meir Ben-Shitrit, ha iniziato togliendosi la maschera e dicendo: "Shabbat shalom a tutto il popolo di Israele, questo è Meir di Force 100". Poi ha continuato a leggere l'episodio biblico della settimana, da Deuteronomio 1, 16-18:
"E in quel tempo ho dato quest'ordine ai tuoi giudici: 'Ascoltate le controversie tra il vostro popolo e giudicate equamente, sia che si tratti di due Israeliti o di un Israelita e di uno straniero che risiede in mezzo a voi. Non mostrate parzialità nel giudicare; ascoltate sia il piccolo che il grande. Non abbiate paura di nessuno, perché il giudizio appartiene a Dio. Portatemi qualsiasi caso troppo difficile per voi, e io lo ascolterò.' E in quel tempo vi ho detto tutto quello che dovevate fare".
Ben-Shitrit ha concluso con un appello alle persone a unirsi "per la verità" e a manifestare per il rilascio di tutti gli indagati per stupro di gruppo. Il lunedì seguente, è stato nuovamente intervistato da Channel 14, questa volta rivelando la sua identità al paese sulla televisione mainstream. Ben-Shitrit ha affermato che le accuse contro di lui sono infondate, insinuando che vi sia un complotto contro di lui ("Non hanno nulla ed è tutto inventato. Conosco come sono questi casi inventati, li conosco molto bene") e ha affermato che un incontro con una donna a Tel Aviv lo ha convinto a rivelare la sua identità: "Quella realtà è stata molto umiliante. Vedere una donna a Tel Aviv avvicinarsi a me e dire: 'Hai violentato un terrorista'. Ciò mi ha fatto impazzire, mi ha fatto abbandonare ogni cautela, togliermi la maschera e lottare a viso aperto per la mia innocenza".
E’ nata una stella dei media
Il 26 agosto, Ben-Shitrit viene ospitato per la sua intervista più lunga ancora su Channel 14. È durata 11 minuti nello show "Fathi and Shai", che di solito presenta anche satira allegra. Lo hanno promosso sul canale per tutto il giorno come una star e gli hanno fatto un'intervista seria la sera. Si è aperta con un riassunto del suo video "mask off". A Ben-Shitrit è stato domandato a proposito dell’interrogatorio avvenuto due giorni prima. Senza entrare nei dettagli, ha detto che l'interrogatorio era stato "gentile, rispettoso". Ha dato credito agli inquirenti dicendo che erano professionali.
Poi, quando gli intervistatori hanno chiesto "cosa è successo lì", a Sde Teiman, Ben-Shitrit ha preso in giro il giornalista di Channel 12 Guy Peleg, che in origine aveva mandato in onda il filmato della telecamera di sicurezza che mostrava lo stupro, chiamandolo "Guy Hamefaleg" - "Hamefaleg" che significa "colui che semina discordia". Gli intervistatori sono rimasti colpiti dal soprannome, "proprio carino" hanno commentato. "Ha diviso la nazione", ha detto Ben-Shitrit a proposito di Peleg, e ha ripetuto le sue affermazioni secondo cui i soldati hanno seguito la procedura standard e che le accuse contro lui e i suoi compagni erano semplicemente tentativi di infangare i soldati e forse anche "un tentativo di fermare la guerra". Ad un certo punto, il conduttore Noam Fathi sostiene l’affermazione di Ben-Shitrit, secondo cui nascondere il prigioniero dietro gli scudi, come mostrato nel video del Canale 12, costituisce una “procedura standard”: "È logico, perché è anche nei riguardi degli altri Nukhba". "Sbirciano", aggiunge Ben-Shitrit. Fathi spiega: "È anche logico, perché non devi far vedere a 100 prigionieri che guardano, come viene condotta una perquisizione, e devi farla sul posto".
A Ben-Shitrit viene chiesto riguardo al termine "Nukhba", il termine usato per indicare un combattente palestinese direttamente coinvolto nell'attacco del 7 ottobre. Gli indagati risultano ignorare il fatto, ormai verificato, che la vittima palestinese non era affatto coinvolta nell'attacco, era semplicemente un funzionario della polizia in un'unità antidroga a Jabalia. Ben-Shitrit dice di non sapere nulla di questa persona in particolare, ma sa "come loro (i combattenti palestinesi,NdR)si vantano", di aver stuprato ed ucciso israeliani. Dice che la sua unità, la Forza 100, non è lì per essere gentile con i prigionieri. I conduttori della trasmissione lo incoraggiano nelle sue affermazioni : "Uno di loro potrebbe uccidere! . . . Sono degli assassini pazzi!" Ora il conduttore Shai Goldshtein si scalda emotivamente: "Mi metto nei tuoi panni, nella tua situazione. Ti trovi di fronte a queste persone, davvero, le persone più spregevoli che si possano immaginare, che hanno fatto le cose più orribili alla nostra gente, ai nostri fratelli e sorelle - penso che se fossi lì e ne avessi la possibilità, mi scaglierei contro queste persone".
Ben-Shitrit risponde dicendo che il procuratore militare e l'intera nazione dovrebbero "baciarci le mani", poiché l’esercito si comporta in modo così etico, svolgendo "un lavoro sacro". Continua: "Avremmo potuto semplicemente caricare le nostre armi e ucciderli tutti a terra, per come stanno le cose, perché vorresti uccidere quella persona con un machete... Io sarei pronto fino a che la mia mano non si stanchi". Ma poi si trattiene: "Ma siamo in uno stato di diritto, ed è l’IDF a decidere, e c'è il diritto internazionale". Questa non era la prima volta che Ben-Shitrit esprimeva le sue fantasie omicide. Quanto afferma riecheggia quanto affermato già in un video precedente che aveva registrato nel giugno 2023 quando era di servizio nell’esercito in Cisgiordania, e si chiedeva: "Perché (in West Bank, NdT) non possiamo andarci con le mitragliatrici Negev? Perché non possiamo andarci con le mitragliatrici MAG? E perché non possiamo entrare con un lanciagranate, in un posto così pieno di terroristi? Due giorni fa, tutti questi terroristi erano lì, 150-200 terroristi armati. Perché non facciamo volare 3-4 elicotteri d'attacco nel cielo e facciamo fuori tutti?" Ben-Shitrit dice che "l'intera nazione di Israele, destra, sinistra, religiosa, laica" ha questi "desideri". "Questo è ciò che deve essere fatto a questi..." Ben-Shitrit si interrompe ma sono i conduttori che gli finiscono la frase e gli mettono in bocca i peggiorativi: "mostri, feccia".
Alla fine, nonostante il suo desiderio di fare il contarrio, Ben-Shitrit afferma di essersi controllato: "Abbiamo mantenuto un livello di moralità molto, molto alto". "Lo Stato ti ha tradito?" gli viene chiesto. "Moltissimo, è molto offensivo", dice. Afferma che quelli della Polizia militare sono "imbarazzati" anche solo di dover svolgere interrogatori in un caso come questo. Dice di aver rivelato la sua identità per "prendersi lui un colpo per beneficio di tutta la squadra". Fathi ora è furioso per come è stata raccontata la storia dai giornali, in modo che ritiene ingiusto. Ma sta "pensando a una cosa: gli ostaggi rapiti a Gaza, potrebbero subire le stesse cose?!" Intende stupro. "Cosa intendi con potrebbero?" interviene Shai. "Hanno pagato [con il loro corpo], e non sappiamo chi, o cosa, o quanto!" Viene chiesto a Ben-Shitrit della sua esperienza da quando si è rivelato, e di come stanno reagendo le persone per strada.
"Un sacco di amore e calore", dice. "Molti abbracci. A Tel Aviv ho ricevuto due commenti di "stupro", ma la maggior parte della gente di Israele, anche a Tel Aviv, dà molti abbracci, molto amore, riceviamo molti regali, ho ricevuto un pacchetto vacanze..." Ma come se non bastasse, Fathi vuole aiutare di più. "Dimmi", dice Fathi, "il nostro pubblico vuole sapere: hai bisogno di qualcosa? Sei economicamente danneggiato?
Hai bisogno di finanziamenti per gli avvocati?" "Certo, certo", risponde Ben-Shitrit. Promuove il link di Force 100 per la raccolta fondi, che viene mostrato sullo schermo dalla rete. Dicono che al momento è senza lavoro, ma è un imprenditore edile, quindi Fathi scherza: "Se qualcuno ha bisogno di un appaltatore che sappia smontare un pozzo Nukhba..." Scoppiano a ridere. Ma seriamente, dice Shai, "Se qualcuno ha bisogno di qualcosa"... "Ti contatteranno", assicura Fathi. Ben-Shitrit conclude dicendo che vuole unità, "pace, tra noi" (intendendo tra gli israeliani, non con i palestinesi). Si conclude con strette di mano: "Meir Ben-Shitrit, un eroe! Un eroe della Forza 100! Successo a te!" Mask Off Ben-Shitrit e i suoi compagni potrebbero non vincere questa causa in tribunale. Dopo tutto, questo caso si basa su circa 100 testimonianze distinte, come riportato da Ha'aretz. Ma stanno cercando con tutte le loro forze di vincerla nel tribunale dell'opinione pubblica. E qui, Channel 14, che ha ripetutamente trasmesso video dal vivo delle torture sistemiche in questi campi, è stato determinante nel promuovere la narrazione secondo cui questi sospettati di stupro di gruppo sono in realtà vittime.
Questa storia è solo una storia dall'interno di una rete di campi di tortura, dove Sde Teiman è solo "la punta dell'iceberg", secondo la ONG israeliana per i diritti umani B'tselem, che ha documentato come i palestinesi siano "sottoposti a violenza arbitraria e dura su base frequente, aggressioni sessuali, umiliazioni e degradazioni, fame deliberata, mancanza forzata di igiene, privazione del sonno, restrizione e punizione del culto religioso, confisca di tutti i beni di gruppo e personali e negazione di cure mediche adeguate". Non è solo Ben-Shitrit ad aver smesso di indossare la maschera. È Israele in generale.
Nota . Va ricordato che secondo lo stesso sondaggio dell'Istituto israeliano per gli studi sulla sicurezza nazionale che ha mostrato che il 65% degli ebrei israeliani si oppone all'azione penale per i sospettati di stupro di gruppo, il 47% degli ebrei israeliani ha risposto che "Israele non ha bisogno di rispettare il diritto internazionale e mantenere i valori morali nella guerra".
Trad. a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese