Ogni accusa è un'ammissione di colpa: Israele e la doppia menzogna degli “scudi umani”.

Numerosi rapporti sulle violazioni dei diritti umani dimostrano che i gruppi armati palestinesi non usano scudi umani, ma Israele sì.  Le false affermazioni di Israele sugli scudi umani palestinesi sono solo dei tentativi di giustificare i propri attacchi ai civili.

di Craig Mokhiber

MondoWeiss, 21.09.2024

Tra le armi più utilizzate nell'arsenale della "hasbara" (propaganda) israeliana c'è il cosiddetto espediente degli “scudi umani”.

Da decenni Israele usa sistematicamente questo trucco propagandistico per giustificare i crimini di guerra, per scaricare la colpa dei suoi crimini su altri, per superare il principio di distinzione del diritto umanitario, per disumanizzare le vittime palestinesi e per fornire ai suoi sostenitori occidentali e ai media suoi complici munizioni con cui proteggere l'impunità israeliana.

Ma una catena di indagini internazionali rivela due chiare conclusioni riguardo a queste accuse:
Primo, i gruppi armati palestinesi in genere non usano scudi umani.
Secondo, Israele invece lo fa.


Il diritto internazionale

“Scudi umani” è un termine di uso comune per indicare una particolare violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. È severamente vietato in ogni circostanza.

Come riassunto dall'autorevole commento della Croce Rossa Internazionale, si riferisce alla “co-locazione intenzionale di obiettivi militari con civili o persone estranee ai combattimenti, con l'intento specifico di cercare di impedire che gli obiettivi militari siano colpiti”. (Le “persone estranee ai combattimenti” comprendono i combattenti che hanno deposto le armi, i prigionieri, i malati e i feriti, ecc.)

Il caso classico è quello in cui un gruppo di soldati costringe i civili dell'altra parte a marciare davanti a loro in una zona di battaglia o in una struttura non protetta, nella speranza che il nemico non spari ai soldati per paura di colpire i civili.

Ma Israele, nella sua  accusa automatica di uso di "scudi umani” ogni volta che uccide un gran numero di civili e distrugge infrastrutture civili protette, non tiene conto affatto di questa definizione. Semplicemente, estende la frase a tutte le morti di civili. Su due piedi e senza prove, con la complicità dei politici occidentali, i loro portavoce ufficiali e i loro media ripetono doverosamente e all'infinito il mantra israeliano degli scudi umani.

Per Israele, i rifugiati che svolgono la loro vita quotidiana nei campi profughi, i pazienti e i medici negli ospedali, le persone che pregano nelle chiese e nelle moschee e gli operatori umanitari che consegnano cibo agli affamati sono tutti scudi umani.

Non importa se non sono stati costretti da Hamas, né se non si sono offerti di fare da scudo a qualcuno o a qualcosa. E non importa se, come spesso accade, non c'è nessun obiettivo militare legittimo (o proporzionato) nelle situazioni in cui Israele parla di scudi umani.

Se questi civili vengono uccisi dalle bombe o dai proiettili israeliani, secondo la narrazione israeliana, è colpa di loro stessi o di Hamas, perché entrambi vivono negli stessi luoghi densamente popolati.

Ma la semplice presenza di forze armate o di membri del nemico in aree civili popolate non costituisce l'uso di scudi umani. Anzi, Israele dovrebbe considerare attentamente le implicazioni delle sue ripetute affermazioni in tal senso, visto che mantiene il suo quartier generale militare in una zona densamente abitata della città di Tel Aviv.


Neppure la presenza di combattenti in un luogo civile protetto elimina lo status di protezione di quel luogo. Si vedono soldati israeliani in ogni ospedale israeliano. Questo rende forse quegli ospedali un obiettivo militare legittimo? Ovviamente no. Negare la stessa protezione ai palestinesi sarebbe sia una grave violazione del diritto umanitario sia (i giornalisti occidentali prendano nota) un palese atto di razzismo.

Inutile dire che non è così che funziona il concetto di scudi umani nel diritto internazionale.

Facendo finta che sia così, Israele e i suoi delegati occidentali ignorano volontariamente tre elementi scomodi: la logica, i fatti e il diritto.


L'abitudine di Israele di colpire i civili

Per accettare le accuse israeliane i sostenitori di Israele in Occidente devono ignorare decenni di esperienza e interi  volumi di prove raccolte sul fatto che Israele spesso non abbia fatto distinzione tra civili e combattenti nelle sue attività militari e, in molti altri casi, abbia preso direttamente di mira civili e infrastrutture civili.

Israele attacca abitualmente ospedali, scuole, rifugi e campi profughi. I suoi cecchini e droni danno la caccia ai civili e li giustiziano. E le sue armi a guida artificiale, etichettate con nomi crudeli come “Dov'è papà”, sono progettate per aspettare che gli obiettivi siano a casa con le loro famiglie prima di bombardarli. Si abbattono anche civili, compresi bambini e donne, che sventolano bandiere bianche. Questi schemi criminali sono ben noti e ben documentati nel lavoro delle successive indagini delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali, israeliane e palestinesi per i diritti umani.

Ma la logica stessa degli scudi umani si basa sull'idea della deterrenza, cioè che i soldati esiteranno a sparare se i civili sono in pericolo. Questa logica non avrebbe senso con una forza militare come quella israeliana, che non distingue tra civili e combattenti e che pratica abitualmente l'attacco diretto ai civili.

In effetti, la cosiddetta "Dottrina Dahiya" di Israele, che teorizza la distruzione intenzionale e massiccia di aree civili come mezzo per terrorizzare le popolazioni, è la prova che Israele non può certo essere scoraggiato dall'uso di scudi umani palestinesi o libanesi. L'attuale ondata di genocidio perpetrata da Israele a Gaza non ha lasciato dubbi sulla sua volontà di uccidere i civili palestinesi intenzionalmente e senza esitazione. E la "direttiva Hannibal", in base alla quale Israele uccide i propri cittadini (sia soldati che civili) per evitare che ostacolino i suoi obiettivi militari, significa che potrebbe non essere scoraggiato nemmeno quando gli scudi umani sono propri cittadini.

Dato che le forze di resistenza che sfidano Israele sono ben consapevoli di questo, perché dovrebbero cercare di usare una tattica che sanno essere inutile? La risposta è che non lo fanno. Pertanto, l'accusa di uso di scudi umani non supera il test della logica.

Ma fallisce anche il test della legge.

In primo luogo, le situazioni in cui Israele parla di scudi umani non si qualificano come casi di scudi umani secondo la definizione legale internazionale descritta sopra. In parole povere,  la semplice presenza di combattenti nelle vicinanze non trasforma magicamente i civili in scudi umani. Di conseguenza, l'accusa di scudi umani mossa da Israele non ha alcuna base giuridica.

In secondo luogo, Israele parla di scudi umani nel tentativo di spostare la colpa e di assolvere le proprie forze dalla responsabilità legale. Ma ciò che sfugge è che anche se venissero usati scudi umani, questo non ridurrebbe gli obblighi legali degli aggressori.

Infatti, la rivendicazione dell'uso di scudi umani non giustifica un attacco contro i civili senza i vincoli imposti dal diritto internazionale umanitario. L'aggressore rimane comunque responsabile, anche se chi usa gli scudi umani ha una sua parte di responsabilità.

L'aggressore deve comunque rispettare i principi di precauzione, distinzione e proporzionalità per evitare di danneggiare i non combattenti. In altre parole, l'accusa di uso di scudi umani non è un “lasciapassare” per il diritto internazionale.
Pertanto, dal punto di vista del diritto, anche la presenza di scudi umani fa fallire il tentativo di scaricare la colpa e assolvere chi attacca dalla sua responsabilità.


I palestinesi non usano “scudi umani”, ma Israele sì.


E poi c'è il fastidioso problema dei fatti.

Israele non ha prodotto alcuna prova credibile sull'uso di scudi umani da parte dei gruppi di resistenza palestinesi negli attuali attacchi israeliani a Gaza. Si affida invece alla ripetizione acritica e pedissequa dell'accusa da parte dei suoi sponsor  occidentali e dei mass media favorevoli a Israele.

Questo non significa che nessun combattente palestinese abbia mai usato scudi umani nella storia. Ma l'accusa che lo facciano regolarmente o sistematicamente è un'accusa infondata, e viene regolarmente utilizzata non tanto per chiedere conto ai trasgressori, ma piuttosto per giustificare i crimini di guerra israeliani.

Ma allo stesso tempo, abbiamo visto tutti i filmati dei soldati israeliani che usano i palestinesi come scudi umani a Gaza (e in Cisgiordania). Abbiamo visto con i nostri occhi le immagini di palestinesi (spesso bambini) legati al cofano delle jeep militari israeliane, costretti a camminare davanti a una colonna di soldati di occupazione israeliani o a guidare i soldati verso edifici o altre strutture. Questa pratica è vecchia quanto lo stesso Stato di Israele.

In ogni successivo attacco israeliano alle comunità palestinesi, lo schema è sempre stato lo stesso: Israele accusa i palestinesi di usare scudi umani, le organizzazioni internazionali e i gruppi per i diritti umani indagano e le indagini rivelano che la parte che usa sistematicamente gli scudi umani non è la Palestina, ma Israele.

Infatti il gruppo israeliano per i diritti umani B'Tselem ha documentato il ripetuto uso di scudi umani da parte di Israele almeno dal 1967. Le indagini di Amnesty International e Human Rights Watch sugli attacchi israeliani a Gaza dell'“Operazione Piombo Fuso” hanno trovato prove dell'uso di scudi umani da parte di Israele (bambini compresi), ma non hanno trovato prove che i gruppi palestinesi abbiano fatto altrettanto.

Allo stesso modo, le successive Commissioni d'inchiesta delle Nazioni Unite che hanno indagato sui massicci attacchi israeliani a Gaza nel 2008-2009 e nel 2014 hanno esaminato le affermazioni di Israele e non hanno trovato prove dell'uso di scudi umani da parte dei palestinesi. Il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia ha riscontrato “l'uso continuo (da parte di Israele) di bambini palestinesi come scudi umani” dal 2010 al 2013. Il relatore speciale delle Nazioni Unite sul terrorismo ha riportato la stessa constatazione.

Una constatazione tipica è contenuta nell'indagine di Amnesty International sugli attacchi israeliani di Piombo Fuso:

“In diversi casi i soldati israeliani hanno anche usato civili, compresi i bambini, come “scudi umani”... Tuttavia, contrariamente alle ripetute affermazioni dei funzionari israeliani sull'uso di “scudi umani”, Amnesty International non ha trovato prove che Hamas o altri combattenti palestinesi [lo abbiano fatto]”.


E nel rapporto sulle “uccisioni con bandiera bianca” di civili palestinesi, Human Rights Watch ha confermato che “Israele dice che Hamas ha combattuto da aree popolate e ha usato i civili come ‘scudi umani’, cioè ha deliberatamente usato i civili per scoraggiare gli attacchi contro le forze palestinesi... Human Rights Watch non ha trovato prove che le vittime civili (nella sua indagine) siano state usate dai combattenti palestinesi come scudi umani”.

Ma la pratica israeliana di usare scudi umani è di dominio pubblico all'interno di Israele, essendo stata a lungo oggetto di dibattito pubblico. I soldati israeliani, parlando con l'organizzazione israeliana Breaking the Silence, hanno essi stessi confessato questa pratica diffusa. È stata riportata dai media israeliani, da ultimo in un articolo di Haaretz del mese scorso. L'esercito israeliano ha persino difeso pubblicamente il suo “diritto” di usare scudi umani in successivi casi giudiziari israeliani. Naturalmente, i casi in cui l'argomentazione è uscita sconfitta in tribunale hanno avuto poco impatto sull'esercito, che ha continuato la pratica fino ad oggi.

Le tattiche di disinformazione dell'hasbara israeliana sono state dunque un pilastro importante della strategia di distruzione di Gaza sin dall'inizio dell'attuale campagna di genocidio a Gaza, iniziata quasi un anno fa. Le false accuse di uso di scudi umani sono state la chiave di queste tattiche.

Ma questo inganno si sgretola anche a un esame più superficiale. Se i politici e i giornalisti occidentali esercitassero anche il più elementare livello di diligenza prima di ripetere le affermazioni israeliane, se le sottoponessero ai test della legge, dei fatti e della logica, la verità verrebbe rapidamente a galla. La parte che usa abitualmente gli scudi umani è Israele, non la Palestina.

Un ritornello comune nel discorso pubblico sulla Palestina è che “ogni accusa israeliana è un'ammissione di colpa”. La doppia menzogna degli scudi umani ne è un chiaro esempio.

 

Traduzione a cura dell'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus, Firenze