Importante archeologa sostiene che gli scavi a Silwan sono un "trucco per turisti"

 

Haaretz.com
11.10.2011

http://www.haaretz.com/print-edition/news/top-archaeologist-decries-jerusalem-dig-as-unscientific-turist-gimmick-1.389244

 

 

Importante archeologa sostiene che uno scavo a Gerusalemme è "trucco per turisti" privo di valore scientifico. 
 

La dtt. Eilat Mazar, che ha lavorato in stretta collaborazione con il gruppo che promuove la "ebraicizzazione" di Gerusalemme Est, sostiene che gli scavi sono condotti violando procedure accettate.

 

di Nir Hasson

 

Un’archeologa che ha lavorato con l’associazione Elad nella Città di Davide a Gerusalemme sostiene che sia l’associazione che l’Autorità per le Antichità compiono scavi "senza impegnarsi in alcun modo per un lavoro archeologico scientifico."

                           archaelogical work
                    

 

 

La Dtt. Eilat Mazar – un’archeologa dell’Università Ebraica che negli anni passati ha lavorato in stretta collaborazione con Elad e che è considerata
una delle ricercatrici più feconde a Gerusalemme e in particolar modo nell’area della Città di Davide – ha censurato Elad per lo scavo di una grande
fossa sotterranea, detta il "Pozzo di Geremia", all’ingresso del complesso per i visitatori della Città di Davide. In una lettera assai critica, inviata
dieci giorni fa al Prof. Ronny Reich, presidente del Consiglio Archeologico, Mazar ha richiesto una discussione urgente sugli scavi che, a suo
parere, vengono condotti violando procedure ritenute valide.

Mazar accusa Elad in un momento cruciale dato che si valuta una proposta di legge sulla privatizzazione dei parchi pubblici. Se approvato, il disegno
di legge consentirà a Elad, un’associazione privata che effettua scavi, gestisce e organizza visite nella Città di Davide, di conservare il controllo del
sito storico – situato nel villaggio a maggioranza araba di Silwan adiacente alla Città Vecchia.

                          pozzo di geremia

 

"Con mio stupore, ho scoperto che per oltre un anno Elad, insieme all’Autorità per le Antichità, aveva progettato in segreto un trucco turistico denominato "Progetto del Pozzo di Geremia", scrive Mazar nella  lettera, facendo notare che lo scavo è a soli due metri di distanza dall’area di quelli da lei  diretti
tra il 2005 e il 2008. Sostiene che avrebbe voluto continuare gli scavi nell’area attuale, ma che questo le era stato impedito " per motivi logistici,
dal momento che l’Autorità per le Antichità aveva permesso a Elad di costruire una sala per eventi speciali a nord del sito", oltre che per la
vicinanza dell’area a un edificio residenziale e a una strada.

Mazar sostiene che lo scavo della fossa nella zona contravviene diverse procedure ammesse in archeologia, tra cui lo scavo di uno spazio
insolitamente piccolo di soli "due riquadri", o 10 metri quadrati, che lo rende inadeguato per l’analisi dei reperti in rapporto alla superficie complessiva.
Uno scavo di queste dimensioni, lei sostiene, si compie solo nel caso in cui non ci sia altra scelta.

L'archeologa critica pure l’intenzione di coloro che facevano gli scavi di distruggere la parete del pozzo che non era stata ancora esaminata in
modo adeguato. Fa notare pure che lo scavo "interferisce con quelli effettuati nelle vicinanze," e mette a repentaglio la sua possibilità di completare
le ricerche nell’area. Afferma che non è accettabile che un’area in corso di scavo da parte di un archeologo sia trasferita a un altro senza il  consenso del primo.

Mazar ha inoltrato queste proteste al direttore dell’Autorità per le Antichità della zona di Gerusalemme, il dott. Yuval Baruch. Questi le ha trasmesse
al direttore dell’Autorità per le Antichità Shuka Dorfman, che, a sua volta, ha respinto i reclami e ha approvato il prosieguo degli scavi.

  
 
 

Personale dell’Autorità per le Antichità ha riferito nella giornata di ieri che Mazar, che aveva chiesto di effettuare gli scavi nel sito ottenendone un rifiuto, aveva ricevuto lo status di consulente per lo scavo, ma non se ne  era ritenuta soddisfatta e si era rivolta al consiglio. Una risposta ufficiale da parte dell’Autorità per le Antichità ha dichiarato che " lo sterramento è uno scavo di recupero a fini turistici e per lo sviluppo del parco nazionale. Vicino al sito sono stati effettuati numerosi altri scavi archeologici, tra cui quello della dott. Mazar. Sembra che questa stia cercando di appropriarsi del sito per se stessa e ce ne rammarichiamo."

Funzionari di Elad hanno spiegato che non è l’associazione, bensì l’Autorità per le Antichità, a decidere su quale archeologo condurrà uno scavo. Elad sostiene inoltre che da diversi anni Mazar era stata al corrente del progetto, concepito per consentire ai gruppi di turisti di visitare la cava, e che aveva promesso  di non metterlo in discussione.

L’avvocato Boaz Fiel, che rappresenta Elad,  ha fatto notare in una lettera che Mazar aveva firmato un contratto con l’associazione, in base al quale non avrebbe "effettuato alcun reclamo o ricorso nei confronti di Elad a proposito degli scavi futuri." " Alla luce di questa promessa chiara e specifica, come si può spiegare la sua attuale richiesta riguardante un qualche diritto, per quanto incomprensibile possa essere, di continuare gli scavi nel sito?" ha scritto Fiel.

L’avvocato ha aggiunto: "E’ difficile evitare l’impressione che la vostra lettera non sia altro che un tentativo di interrompere il lavoro legittimo e indispensabile svolto dal nostro cliente, esclusivamente per ragioni di amor proprio e di onori, camuffati da reclami pseudo-professionali." Fiel ha minacciato di adire per vie legali contro Mazar.

Nel fine settimana, il giornale Elad ha pubblicato annunci di grandi dimensioni invitando il pubblico a visitare il nuovo percorso sotterraneo che è stato aperto vicino al complesso del Muro Occidentale. Gli annunci erano stati firmati dal nuovo consiglio pubblico dell’associazione, diretto dal Premio Nobel Elie Wiesel.

(tradotto da mariano mingarelli)