Beduini della Valle del Giordano: lotta contro le demolizioni israeliane

AIC – Alternative Information Center
17.11.2011
http://www.alternativenews.org/english/index.php/topics/news/3906-jordan-valley-bedouin-struggle-in-the-face-of-israeli-demolitions

 

I beduini della Valle del Giordano si battono a dispetto delle demolizioni israeliane 

di Ben Lorber 

Tra il gennaio 2000 e il settembre 2007, Israele ha demolito 1663 costruzioni palestinesi nella Valle del Giordano. Oggi, mentre aumentano gli attacchi dell’esercito israeliano alle risorse idriche palestinesi, proseguono le demolizioni. Ma palestinesi e volontari internazionali sono determinati nel ricostruire.

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Abitanti palestinesi della Valle del Giordano dopo la demolizione di una casa nel giugno 2011
(foto: Israeli Committee Against House Demolitions –ICHAD)

 

Un progetto popolare di ricostruzione in corso nel villaggio beduino di Fasayil nella Valle del Giordano mette in evidenza quello che la Jordan Valley Solidarity chiama “un microcosmo perverso della torbida barbarie dell’occupazione illegale di Israele.”

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Posto al centro della Valle del Giordano, distante dalla Route 90, nei pressi di Jericho, il centro cittadino della Fasayil Inferiore è designato come località nell’Area B, dove l’autorità di controllo civile palestinese autorizza la costruzione di edifici. Le Fasayil di Mezzo e Superiore sono, tuttavia, zone di Area C, dove l’autorità di controllo israeliana vieta di costruire. 

“Quando si passa dall’Area B a quella C,” sostiene Jordan Valley Solidarity, “la linea di demarcazione non è data da un checkpoint o da un cartello, ma piuttosto dalla fine della strada asfaltata e dal cambiamento drastico da case a baracche. Ripari per animali si mescolano con le abitazioni, l’elettricità è scarsa e l’acqua deve essere acquistata da aziende israeliane e trasportata a prezzi esorbitanti.” 

Nel 2007, un gruppo di solidarietà di Brighton in Gran Bretagna, ha vinto, con il sostegno di Tony Blair, una battaglia legale per aiutare la comunità di Fasayil Superiore a costruire una scuola a nove gradi di studio per 150 allievi. Dato che la scuola si trova nell’Area C, purtroppo, potrebbe essere demolita dai militari in qualsiasi momento, e, secondo la Jordan Valley Solidarity, è priva di una biblioteca, di un laboratorio informatico, non ha doposcuola o programmi, ed è in grado di fornire solo pasti malsani in una mensa piccola e lurida ….stando in piedi al centro del campo da basket della scuola, al di sopra di un improvvisato recinto di filo spinato, i bambini possono vedere l’opulenza delle colonie di Tomer, Fasayel e Ma’ale Efraim che dominano dall’alto la disarmante povertà della cittadina.

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Agli abitanti di Fasayil di Mezzo vengono negate le esigenze essenziali di acqua ed elettricità, la Jordan Valley Solidarity riferisce che, “….come ulteriore affronto ai loro diritti umani, i beduini devono guardare come famiglie distanti poche centinaia di metri a [Fasayil Inferiore] ricevono riso e olio da cucinare dalla USAID…” 

Dal 1990, il numero delle colonie ebraiche nella Valle del Giordano è triplicato nonostante un aumento dei coloni del solo 13%. Il fitto ginepraio di checkpoint israeliani e la sistematica demolizione delle costruzioni palestinesi, scoraggia le ONG dall’intervenire nell’Area C. Dato che, secondo la legge israeliana, è illegale costruire o riparare anche il più piccolo recinto improvvisato per animali, le organizzazioni umanitarie rivolgono la propria attenzione all’Area A, rafforzando in tal modo l’obiettivo di Israele di ripulire l’Area C dalla presenza di palestinesi.

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Il 14 giugno, a Fasayil di Mezzo tre bulldozer Caterpillar hanno demolito 18 abitazioni ed altre sei strutture lasciando 103 persone senzatetto, compresi 65 bambini. In risposta, gli abitanti di Fasayil hanno dato inizio, insieme alla Jordan Valley Solidarity, a un progetto di ricostruzione con mattoni di fango: hanno in mente di fare un centro per la comunità e un campo da football. “Con l’imminente rischio di demolizione,” sostiene il gruppo di attivisti ambientali europei P.E.D.A.L., “non c’è denaro da sperperare per cemento e blocchi; il fango e la paglia sono abbondanti. Si tratta di una tecnica di costruzione ecocompatibile. Le pratiche sostenibili fioriscono sempre dove c’è poco denaro.” 

(tradotto da mariano mingarelli)