Intervista a Menachem Klein

Nena News
30.11.2012
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=42734&typeb=0&Menachem-Klein-Netanyahu-e-isolato

Menachem Klein: Netanyahu è isolato

INTERVISTA Il premier ha minacciato e intimato, convinto che i paesi più importanti avrebbero messo nell'angolo Abu Mazen. Non è andata così e ora ne paga le conseguenze

Gerusalemme, 30 novembre 2012, Nena News - Tanti sono rimasti sbigottiti quando Yigal Palmor, il portavoce del ministero degli esteri israeliano, ieri in tarda mattinata ha fatto sapere che Israele non attuerà rappresaglie economiche contro l'Autorità nazionale palestinese in risposta alla decisione di Abu Mazen di chiedere l'adesione all'ONU di uno Stato palestinese osservatore. Dopo i mesi, e soprattutto le ultime settimane, in cui i ministri del governo di destra guidato da Benyamin Netanyahu non hanno smesso per un attimo di minacciare ritorsioni, all'improvviso arriva un segnale di «moderazione». Vuoi vedere, si è chiesto qualcuno, che l'esecutivo israeliano ha compreso che l'iniziativa di Abu Mazen fa gli interessi anche di Israele? Abbiamo girato questa e altre domande al professor Menachem Klein, docente di scienze politiche all'Università Bar Ilan di Tel Aviv. «Non mi sorprendono affatto questa parole - dice Klein - perché ad un certo punto Netanyahu ha capito di essersi infilato in un vicolo cieco».
                            klein menachem
                                                                             Il professor Menachem Klein


Ci spieghi meglio

Per mesi Netanyahu e i suoi ministri hanno mantenuto una posizione priva di ogni logica. Hanno minacciato e intimato, convinti che i paesi più importanti avrebbero messo nell'angolo Abu Mazen e si sarebbero uniti alla linea israeliana di pesanti ritorsioni contro l'ANP e i palestinesi. Poi all'improvviso hanno scoperto che anche tanti paesi occidentali amici di Israele sostengono il riconoscimento dello Stato di Palestina almeno nella qualità di osservatore all'ONU. Così Israele si è ritrovato isolato, sostenuto solo dagli Stati Uniti, la Germania, il Canada e altri pochi paesi. Tutti gli altri stanno con Abu Mazen. Di fronte a ciò Netanyahu ha dovuto fare un passo indietro. Purtroppo, ciò non significa che Israele non adotterà misure contro l'ANP e i palestinesi ma saranno meno dure di quelle annunciate non molti giorni fa.

D'altronde questa mossa dei palestinesi all'ONU non minaccia gli interessi a lungo termine di Israele...

È proprio così, ecco perché la linea di Netanyahu è irrazionale. Annunciando uno Stato nei territori del 1967, Abu Mazen ha anche ribadito il riconoscimento palestinese o di gran parte dei palestinesi, già avvenuto in passato, di Israele all'interno delle linee precedenti all'occupazione di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est. E cosa altrettanto significativa è che anche fazioni radicali come Hamas, che non riconoscono Israele, hanno dato appoggio all'iniziativa di Abu Mazen. Il governo israeliano avrebbe dovuto celebrare e ringraziare Abu Mazen non attaccarlo e minacciarlo. Questo governo però non crede alla soluzione dei due Stati, separati dalle linee del 1967, ecco perché si è scagliato contro Abu Mazen. Piuttosto vuole annettere altro territorio cisgiordano a Israele. Temo che la vera ritorsione che Netanyahu attuerà dopo l'ingresso della Palestina tra gli Stati delle Nazioni unite, sarà una colata di cemento, ossia una forte accelerazione ed ampliamento dei progetti di espansione delle colonie israeliane.

Cosa cambia per Abu Mazen e l'Autorità nazionale palestinese dopo il voto all'ONU?

Abu Mazen riguadagnerà qualche consenso, importante per bilanciare il «successo» che Hamas afferma di aver conseguito durante l'operazione militare israeliana su Gaza. Sicuramente recupererà prestigio sulla scena internazionale. La vera sfida per lui sarà tradurre in risultati politici sul terreno, le belle parole e le carte ufficiali delle Nazioni Unite. E purtroppo non vedo il presidente palestinese in grado di cambiare molto sul terreno dove rischia di vincere ancora una volta Netanyahu che fa il bello e il cattivo tempo senza che gli altri paesi fermino in qualche modo le sue politiche nei Territori occupati. Nena News

 

Nena News
30.11.2012
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=42752&typeb=0&Rappresaglia-Israele-3mila-case-per-coloni

Rappresaglia Israele: 3mila case per coloni

Tremila case per coloni tra Gerusalemme Est e Maale Adumim. E' solo l'inizio della rappresaglia israeliana all'ammissione della Palestina alle Nazioni Unite come Stato osservatore

La reazione attesa da tutti è puntualmente arrivata. Israele costruirà 3.000 nuove case per i coloni come risposta all'ammissione della Palestina come Stato osservatore dell'ONU. E lo farà in una delle aree più delicate, in quella zona E1 alle porte di Gerusalemme da anni al centro di una forte tensione, in modo da collegare in modo permanente la colonia di Maale Adumim, la più grande della Cisgiordania, alla zona araba occupata della Città Santa. In questo modo da spaccate in due la Cisgiordania, tagliando il nord dal sud del territorio palestinese.
              colonia-e1 plan
A deciderlo già ieri sera è stato il Gabinetto della sicurezza nazionale del governo Netanyahu. Lo ha riferito una fonte israeliana senza precisare in quali colonie verranno costruiti i nuovi alloggi.

E l'irritazione di Tel Aviv per il voto di ieri al Palazzo di vetro è testimoniata anche da un comunicato diffuso dall'ambasciata israeliana presso la Santa Sede nel quale si afferma che la risoluzione dell'Assemblea Generale ONU che riconosce la Palestina come stato non membro osservatore «è simbolica e priva di significato sostanziale: non cambia i fatti sul terreno».

Le autorità israeliane sottolineano poi che l'Assemblea Generale «non ha il potere di conferire la statualità e quindi la risoluzione non stabilisce o riconosce uno stato palestinese». Nena News