Faccia tosta palestinese

Haaretz.com
24.02.2013

http://www.haaretz.com/opinion/palestinian-chutzpah.premium-1.505334

 

Faccia tosta palestinese

Ora protestate? Dopo tutto, l'ho già detto che non importa più ciò che vi accade.

 

di Gideon Levy  

Fratelli palestinesi (per vostra informazione, ognuno, in questi giorni, è un "fratello" da queste parti), non vi vergognate? Come vi permettete di protestare e lanciare pietre? Come osate disturbare la quiete; costruire avamposti "illegali" sul vostro terreno privato, proseguire lo sciopero della fame, dimostrare solidarietà con i prigionieri, protestare contro la chiusura di Shuhada Street a Hebron e il nuovo arresto dei prigionieri liberati; entrare  furtivamente in Israele per trovare lavoro; opporvi allo sgombero delle persone dalle loro case, protestare perché non vi è permesso raggiungere i vostri terreni agricoli, protestare contro il muro che è stato costruito nella vostra zona, minacciare una terza Intifada? Siete fuori di testa? Da dove prendete una tale faccia tosta?
         

 

Ora protestate? Dopo tutto, l'ho già detto che non importa più ciò che vi accade. Destra e sinistra, tutti lo hanno detto forte e chiaro. Anche quel guerriero per la giustizia sociale, il membro della Knesset Shelly Yacimovich, vi ha detto che gli israeliani non si curano di voi, e voi non capite. Non vedete che siamo impegnati? Abbiamo davanti a noi domande epocali - condividere il peso militare, il numero di ministri, il gelato al pistacchio primo ministro designato Benjamin Netanyahu, il discorso inaugurale alla Knesset del deputato di Yesh Atid, Ruth Calderon, e il presunto amore del ministro dell'Istruzione Gideon Sa'ar.
 

Allora, chi può pensare a voi? Israele sta cercando di mettere insieme una coalizione. Non è ancora chiaro se l'alleanza eterna tra lo Yesh Atid di Yair Lapid e il Habayit Hayehudi di Naftali Bennett durerà, e avete il coraggio di infastidirci con la vostra follia? Lapid non vuole il "Hanin Zuabis", Bennett non vuole "Abu", ed io proprio non capisco. Non vedete che sono così preoccupati per il popolo di Israele che non hanno tempo per voi e, quindi, come osate ricordare loro la vostra esistenza.
 

Occupazione-disoccupazione, diritti umani e civili, espulsioni e ruberie; autodeterminazione, due stati per due popoli, il muro di separazione, 5.000 prigionieri - che ronzano intorno come zanzare fastidiose. Lasciateci in pace, ci state annoiando.
 

Per quanto tempo avete intenzione di tenerci occupati con i vostri piccoli problemi? Per quanto tempo avete intenzione di dare fastidio al mondo? Non vedete che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama è in arrivo per un altra visita-ricatto emotivo, per prostrarsi sulle tombe di Yitzhak Rabin e di Theodor Herzl e a Yad Vashem, perché dovreste infastidire anche lui? Tenete duro fratelli miei: in Siria, le cose vanno peggio.
 

Sedetevi buoni buoni: l'occupazione dura solo da 46 anni. Siate felici di quello che avete. Siete in buone mani – le mani dell'unica democrazia del Medio Oriente. Non preoccupatevi e non smettete di continuare a fiorire. La sua vecchia politica non si è mai occupata di voi e la sua nuova politica - ancora meno. Basta chiedere ai prodromi della nuova politica, Lapid e Bennett, di cui Israele è così entusiasta in questo momento. Nessuno di loro probabilmente ha mai incontrato un palestinese (vivo)  nella sua vita, né desidera farlo. Vi mancherà Netanyahu, vi mancheranno Shimon Peres e Ehud Barak, della vecchia guardia. Almeno hanno parlato con voi. Quindi, siate felici di quello che avete.
 

Pensate al futuro. Non ci vorrà molto tempo prima che siate la maggioranza qui. E prima ancora che accada, il mondo non lascerà che viviate senza diritti. Il senso di colpa per l'Olocausto diminuirà di intensità. La lobby ebraica - sì, è ebrea - potrebbe perdere un po' della sua forza. E poi, la giustizia naturale è con voi, la storia è dalla vostra parte.
 

Le tirannie corrotte come l'occupazione israeliana non sono mai durate per sempre. Quindi tenete duro,  fratelli miei, e aspettate il futuro. Se non accade nella vostra vita, forse lo farà in quella dei vostri nipoti. È vero, avete sofferto abbastanza, ma un essere umano è come un albero in un campo, quando viene frustato, piega la testa docilmente. Dopo tutto, avete provato ogni cosa: i negoziati e il terrore, il riconoscimento e il compromesso, la prima intifada, la seconda intifada.
 

Non è venuto fuori niente di importante. I coloni sono triplicati, la Knesset è piena dei loro rappresentanti, e Israele ha completamente smesso di trattare con voi. Certo, se ve ne starete seduti buoni buoni verrete dimenticati, se protesterete, diranno che siete terroristi. Ma la cosa più importante è: non ora. Non quando Israele è occupato, non quando Israele ha già avuto a che fare con voi, con il vostro pianto, i vostri lamenti e le vostre esigenze.
 

È difficile essere un palestinese, ma, ricordate, è ancora più difficile essere un Ebreo. Un Ebreo, dopo tutto, è sempre la vittima, l'unica vittima a giro.
 

(traduzione di barbara gagliardi 

per l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)