"Illuminate di nuovo Gaza"

 

“Illuminate di nuovo Gaza”


I confini di Gaza sono spesso chiusi a causa delle rivolte in Egitto e del blocco israeliano. Un milione e 700mila gazawi sono in trappola, ma della loro situazione la stampa non parla. Ayman Qwaider, giovane blogger del campo profughi Al Nuseirat di Gaza, la racconta.
 

di Ayman Qwaider

“La Striscia di Gaza è sotto un blocco totale, imposto da Israele ed Egitto, dal 2007. Dal golpe militare egiziano, l’unica frontiera con l’Egitto, Rafah, è rimasta chiusa. Con i confini con Israele quasi sempre sbarrati per i palestinesi, centinaia di gazawi con in mano un permesso non possono entrare e uscire da Gaza. Questo ha un impatto molto negativo su tutti gli aspetti della vita quotidiana della Striscia – sociali, economici ed educativi.

                   

Una torretta militare egiziana al confine di Rafah (Foto: Marius Arnesen, Wikimedia)

 

Gli studenti, i malati, coloro che hanno un permesso per uscire da Gaza – compreso me – stanno esplorando tutte le possibilità di viaggiare attraverso il confine di Erez per Israele, per poter andare all’università, in ospedale o per partecipare a conferenze o training. Tuttavia, né Erez né Rafah sono aperti. In pratica, una sistematica politica di isolamento viene praticata contro 1,7 milioni di palestinesi di Gaza, negando loro i fondamentali diritti umani. Spero che tale situazione finisca presto e la libertà sia restituita a chi ne ha bisogno.

Per adesso, i cambiamenti regionali, l’occupazione israeliana e il conflitto politico interno hanno un impatto drammatico sulla vita quotidiana palestinese. Quello che per i politici è mera discussione, per i palestinesi di Gaza è la vita vera. La situazione attuale è una delle tante privazioni.

Tra le altre, la fornitura di elettricità è uno dei devastanti problemi di Gaza, dove ogni giorno godiamo di solo otto ore di elettricità. Durante la notte, Gaza City è una città fantasma, quasi totalmente al buio, dove è continuo il rumore forte dei generatori di corrente. Inoltre, la crisi del carburante peggiora le cose. Puoi vedere lunghe file di auto e taxi che aspettano di riempire il serbatoio per poter lavorare.

L’anno scolastico sta per iniziare, ma molte scuole – che sono state distrutte o danneggiate durante la recente offensiva contro Gaza – non sono state ancora ricostruite e non possono accogliere tanti studenti. Questo ha costretto i presidi di alcuni istituti a introdurre due turni di insegnamento – un sistema molto comune a Gaza.

Lungo la costa, i pescatori continuano a subire le vessazioni della marina israeliana che affligge le loro vite. Pochi giorni fa, le navi dell’esercito israeliano hanno di nuovo aperto il fuoco contro le hasakas (le barche da pesca palestinesi). Le forze israeliano usano ogni tipo di attacco, da una distanza di un miglio a sei miglia, mettendo in costante pericolo la vita dei pescatori.

Questo è il mo breve racconto sulla situazione qui a Gaza. La gente qua segue le notizie che vengono dall’Egitto. Intanto, Gaza raramente appare sui media internazionali. Spero che queste righe possano aiutare ad illuminare di nuovo Gaza.

(tradotto a cura di AIC Italia/Palestina Rossa)