Netanyahu all'ONU per dimostrare l'ingenuità di Obama

AIC – Alternative Information Center
01.10.2013

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Netanyahu all’ONU per dimostrare l’ingenuità di Obama

La leadership israeliana amava Ahmadinedjad. Era il nemico perfetto, minacciava di attaccare sia gli Stati Uniti che Israele e riempiva le sue dichiarazioni di commenti antisemiti. 

di Michel Warschawski

La presenza di una minaccia globale è una necessità primaria per la sopravvivenza di Israele, sia che fosse il comunismo durante la guerra fredda, il nazionalismo arabo o il cosiddetto “terrorismo islamico”; perché senza una minaccia all’ordine imperialistico statunitense come potrebbe Israele continuare a ricevere ben 3.5 miliardi di dollari in aiuti e assistenza militari statunitensi ogni anno, oltre ad essere, in apparenza, diplomaticamente immune nell’ONU e in altre istituzioni internazionali?

          

 

Prima di partire per New York, dove si sarebbe riunita l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Benjamin Natanyahu ha dichiarato la sua intenzione di sfruttare il palco dell’ONU, così come altri incontri strategici negli Stati Uniti, per presentare al mondo le prove delle intenzioni malevole del regime iraniano.

Ancora una volta tenterà di screditare pubblicamente il presidente degli Stati Uniti Barak Obama e di mostrare la sua ingenuità, e quindi incompetenza. Netanyahu fece esattamente la stessa cosa al Congresso americano pochi anni fa, in seguito al famoso discorso del Cairo di Obama in cui parlò delle condizioni per una pace nel Medio Oriente.

L’offensiva di Netanyahu è motivata dall’assoluta necessità di dimostrare che l’Iran rimane una grande minaccia per la “pace nel mondo”, per gli interessi imperiali statunitensi e per Israele. D’altro canto, dietro alle “prove” del presunto progetto nucleare iraniano c’è una filosofia politica ben chiara, e cioè l’ideologia dello scontro di civiltà, ormai passata di moda, ma che in passato è stata sposata dai neocon. Molto tempo dopo il totale fallimento delle guerre preventive globali di George Bush contro il terrorismo in Afghanistan, Libano e Iraq, Netanyahu ancora crede che i neocon fossero dalla parte della ragione e che la guerra globale sia legittima.   

Il primo ministro israeliano fu tra gli inventori della guerra globale al terrorismo unita allo scontro di civiltà con l’islam, e negli ultimi tre decenni non ha cambiato idea sull’argomento.

Ogni prova del contrario, come ad esempio, il cambio di atteggiamento della leadership iraniana, viene percepita dai neocon israeliani come una manovra cinica dei nemici della “civiltà giudeo-cristiana” e motivata da sentimenti anti-semiti. In altre parole ogni tentativo di riconciliazione globale è una trappola, perché lo scontro delle civiltà sta alla base di tutto ciò che avviene nel presente, così come lo è stato nel passato, nelle relazioni locali e internazionali. 

Questo è anche il motivo principale per cui Benjamin Netanyahu non crede nella pace tra Israele e i palestinesi, né oggi, né in futuro. Guerra è l’unico termine utilizzabile per la situazione. I recenti “colloqui di pace” sono stati imposti ad Israele da John Kerry e rimarranno pertanto privi di contenuti e risultati. Nel frattempo il processo di colonizzazione continua e presto o tardi provocherà un reazione palestinese che giustificherà un ulteriore uso della violenza da parte di Israele.

(tradotto a cura di AIC Italia/Palestina Rossa)