Provocazioni e restrizioni contro i coltivatori Palestinesi di Nablus

http://palsolidarity.org/2015/03/ongoing-harassment-and-restrictions-on-farmers-around-nablus/

Nablus, 12 Marzo 2015 International Solidarity Movement, gruppo di Nablus, | Burin, Salim, and Awarta, Palestina occupata

L'inizio della primavera è importante per i coltivatori Palestinesi di Nablus dove alcuni lavori vanno fatti per assicurare poi in ottobre il raccolto delle olive. Nelle zone dove la tensione è alta e dove i coltivatori rischiano attacchi da parte dei coloni quando vanno a lavorare la loro terra, sono stati stabiliti determinati giorni in cui i Palestinesi possono recarsi alle loro terre sotto la “supervisione” delle forze di occupazione Israeliane.

A Burin le coltivazioni sono state grandemente ridotte a seguito degli sgomberi imposti dall'insediamento illegale di Yizar e Bracha. Domenica 8 marzo era il primo dei tre soli giorni in cui ai coltivatori di Burin viene concesso l'accesso alle loro terre. In quel giorno i coltivatori hanno trovato 75 piante di olivo abbattute e la strada ostruita da mucchi di pietre ivi collocate dai coloni.

Il giorno dopo 3 abitanti che viaggiavano su di un trattore sono stati fatti bersaglio da coloni che tivano pietre dalla cima della collina. I militari Israeliani chiararono allora che l'area era da considerare militare chiusa ed i Palestinesi vennero costretti ad andarsene. Le provocazioni a Burin sono frequenti, specie in questo periodo che coincide con i 40 giorni di lutto per la uccisione del 19enne Ahmad Al-Najar, ucciso a Burin dai militari Israeliani.

La storia è analoga nella vicina Salim, dove i coltivatori Palestinesi trovano 300 piante di olivo sradicate dalle forze Israeliane. Di più: nella vicina Azmut risulta che buldozers dei coltivatori sono stati confiscati e due uomini arrestati sulla base del fatto che l'area è attualmente classificata come Riserva naturale sdi Israele.

Al villaggio di Awarta volontare ISM accompagnano i contadini a lavorare la terra intorno ai loro olivi. Gli alberi di questa valle risalgono ai tempi dei romani, lungo l'antica strada del Giordano.

Scontri avvengono con i coloni dell'insediamento illegale di Itamar, i quali hanno recemente costruito una strada di accesso alla colonia attraverso le terre palestinesi.

Molti contadini hanno l'accesso alle loro terre solo per 3 settimane l'anno; fino ad una settimana per arare e due settimane per raccogliere e mietere. L'accesso alle loro terre al fuori di questi periodi comporta rischio di attacchi da parte di coloni e da parte delle forze militari. Di conseguoenza il raccolto viene lasciato alla mercè dei coloni, con molti olivi abbattuti, bruciati o avvelenati, o brucati dal bestiame dei coloni specie i giovani olivi. Le restizioni di accesso impediscono inoltre di iniziare nuove colture. Di conseguenza molti coltivatori Palestinesi decidono di lasciare le loro terre e di cercarsi altri mezzi di sopravvivenza.

Barriera di pietre poste dai coloni hanno bloccato l'accesso per impedire ai Palestinesi di lavorare alle loro terre a Burin

(trad. di Claudio Lombardi)