Yarmuk e l'espansione dello Stato islamico

L'espansione a sud del gruppo Stato islamico

Hassan Hassan, The National, Emirati Arabi Uniti

Dopo aver conquistato il campo profughi palestinese di Yarmuk, alle porte di Damasco, i jihadisti potrebbero consolidare la loro presenza nel sud della Siria, e rafforzarsi ancora di più

Il campo profughi palestinese di Yarmuk, a soli dieci minuti di autobus dal centro di Damasco, è diventato il terreno di scontro tra forze in lotta per la conquista di un'area strategica. La battaglia è cominciata il 1 aprile, quando il gruppo Stato islamico ha fatto irruzione nel campo per la seconda volta nell'ultimo anno. Le violenze scoppiate tra l'organizzazione jihadista e una milizia locale palestinese, AknafBeit al Maqdis, hanno finito per coinvolgere altri gruppi armati man mano che questi si schieravano con una parte o con l'altra. Inoltre, secondo alcune fonti, durante i combattimenti il regime di Bashar al Assad ha bombardato la zona con barili esplosivi.

Da mesi i 18 mila abitanti palestinesi e siriani di Yarmuk sono vittime di una catastrofe umanitaria causata dall'assedio prolungato delle forze governative. Ogni giorno si vedono nuove immagini di bambini malnutriti e infreddoliti, e le cose potranno solo peggiorare se le violenze andranno avanti.

Ma, al di là della situazione umanitaria, la conquista di Yarmuk da parte del grtoppo Stato islamico potrebbe essere un punto di svolta nella guerra siriana, in particolare per il controllo delle aree che circondano la capitale. Per due anni i jihadisti dello Stato islamico hanno cercato di stabilirsi a Yarmuk, senza riuscirci. A impedirglielo sono state altre forze ribelli, come Jaysh al islam (Esercito dell'islam), che ora accusa il Fronte al nusra - il ramo siriano di Al Qaeda, che attualmente controlla i posti di blocco vicino alle linee del regime - di collaborare con lo Stato islamico. Accuse simili sono state fatte dai combattenti palestinesi di Yarmuk. Le tensioni tra l'Esercito dell'islam e il Fronte al nusra sono quasi sfociate in combattimenti.

La periferia di Damasco ha un'importanza simbolica per il gruppo Stato islamico. Il campo profughi di Yarmuk è una porta di accesso al centro della capitale siriana e a un'area (la regione circostante della Ghuta) carica di significato per quelli che, come i combattenti jihadisti, credono nei testi apocalittici dell'islam ("La roccaforte dei musulmani sarà nella Ghuta, vicino a una città chiamata Damasco"). La presenza sempre più forte del gruppo Stato islamico nell'are montuosa di Qalamun, vicino al Libano potrebbe aiutare l'organizzazione ad attaccare i ribelli senza smettere di rafforzarsi seguendo una tattica già utilizzata in passato. L'Esercito dell'islam è una delle poche milizie che non sono state indebolite dalle lotte intestine scoppiate all'interno de fronte dei ribelli alla fine del 2013. Ma potrebbe indebolirsi ora, soprattutto se aumentano le tensioni con il Fronte al nusra e altre milizie.

Nuove reclute

Se lo Stato islamico riuscirà a installarsi alle porte di Damasco, finirà probabilmente per attirare nuove reclute, soprattutto tra quei combattenti che non si sono uniti ai gruppi attivi nella zona. Si tratta di un'area afflita da rivalità e divergenze sulle tattiche e gli atteggiamenti da adottare nei confronti de regime di Assad. Lo Stato islamico potrà inoltre inglobare quei suoi simpatizzanti che finora hanno svolto il ruolo di "cellule dormienti" dal momento che l'organizzazione non era ancora riuscita a radicarsi nelle campagne intorno a Damasco.

Lo Stato islamico continua a crescere il silenzio nella Siria meridionale. Sta seguendo tattiche simili a quelle che l'hanno portato a espandersi in modo graduale in altre parti del paese: compra alleanze, sfrutta le rivalità locali e, dopo aver stabilito la su presenza, istituisce i suoi tribunali. Secondo un'altra strategia già nota, i jihadisti guidati da Abu Bakr al Baghdadi dimostrano di essere disposti.a formare alleanze di comodo con altri gruppi, in particolare con il Fronte al nusra, che forse anche per questo motivo non si è voluto scontrare con loro a Yarmuk. L'offensiva dello Stato islamico a Yarmuk non dev'essere presa alla leggera. Si tratta di una mossa ponderata, frutto di una più ampia strategia di espansione nella Siria meridionale. Se dovesse ampliare il controllo su quest'area, una regione urbana, montuosa e di confine, il gruppo jihadista potrebbe stabilire una presenza duratura nel sud.

Internazionale 1097.10 aprile 2015