Netanyahu lancia l’offensiva contro il Bds

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Netanyahu lancia l’offensiva contro il Bds

09 giu 2015

Il governo pronto a rendere disponibili 26 milioni dollari per combattere la campagna di boicottaggio e sanzioni contro Israele per le sue politiche di occupazione e per la negazione dei diritti dei palestinesi. Per diversi ministri il Bds sarebbe «un nuovo antisemitismo». Scende in campo anche il miliardario americano Sheldon Adelson, uno stretto alleato di Netanyahu.

 

di Michele Giorgio – Il Manifesto

Gerusalemme, 9 giugno 2015, Nena News - Il governo israe­liano si pre­para ad usare il pugno di ferro con­tro il Bds, le atti­vità dei movi­menti e gruppi che pro­muo­vono nel mondo il boi­cot­tag­gio e le san­zioni con­tro Israele per le sue poli­ti­che nei con­fronti dei pale­sti­nesi sotto occu­pa­zione. Quello che hanno in mente il pre­mier Neta­nyahu, i suoi mini­stri e buona parte della Knes­set non è solo una cam­pa­gna diplo­ma­tica. In via di defi­ni­zione, scri­vono i gior­nali, c’è una con­trof­fen­siva molto arti­co­lata che sarà finan­ziata con 26 milioni di dol­lari. E se in pas­sato sono state prese di mira quelle orga­niz­za­zioni e gli atti­vi­sti che all’interno del Paese pro­muo­vono il boi­cot­tag­gio, ora l’attenzione si spo­sta tutta all’estero, sulle asso­cia­zioni stra­niere legate al Bds. Un depu­tato ieri ha pre­sen­tato in par­la­mento un dise­gno di legge che pre­vede il divieto d’ingresso in Israele per tutti i cit­ta­dini stra­nieri che saranno segna­lati come soste­ni­tori del boicottaggio.

Che Neta­nyahu sia molto deter­mi­nato lo dimo­stra la furia con la quale ha attac­cato Ste­phane Richard, l’amministratore dele­gato del colosso fran­cese della tele­fo­nia Orange che qual­che giorno fa al Cairo aveva affer­mato di essere pronto a riti­rare «anche domani» la sua com­pa­gnia da Israele. Neta­nyahu ha chie­sto una dichia­ra­zione di soste­gno al governo fran­cese, giunta subito, e Richard è stato messo nell’angolo. L’ ad della Orange subito dopo ha affer­mato di «amare Israele» e, di fronte al rifiuto dell’ambasciatore dello Stato ebraico a Parigi di rice­verlo, ha deciso che nei pros­simi giorni arri­verà a Tel Aviv per chia­rire le affer­ma­zioni che aveva fatto al Cairo.

Il Bds negli ultimi tempi ha otte­nuto diversi suc­cessi, come l’adesione dell’Unione degli Stu­denti Bri­tan­nici. Ciò ha fatto cre­scere l’allarme in Israele dove da set­ti­mane gran parte della stampa locale riporta con ampio spa­zio aggior­na­menti e com­menti sul Bds e su come com­bat­terlo. Diversi espo­nenti poli­tici, non solo di destra, descri­vono il boi­cot­tag­gio come una cam­pa­gna “anti­se­mita”, allo scopo di rac­co­gliere con­sensi, soprat­tutto in Europa e negli Stati Uniti, non solo dai governi ma anche dall’opinione pub­blica. La mini­stra della giu­sti­zia Aye­let Sha­kek ha defi­nito il Bds «anti­se­mi­ti­smo in abiti nuovi». «Se non è poli­ti­ca­mente cor­retto oggi essere anti­se­miti, è invece molto ‘in’ essere anti Israele», ha com­men­tato.

Secondo il pre­mier Neta­nyahu «Chi boi­cotta non parla di Giu­dea e Sama­ria (Cisgior­da­nia, ndr), ma si rife­ri­sce allo Stato di Israele…un tempo la gente era abi­tuata a dele­git­ti­mare gli ebrei, ora la fa con il nostro Stato». Par­lando qual­che giorno fa in diretta tele­fo­nica ad un ampio raduno anti Bds a Las Vegas, Neta­nyahu ha avver­tito che la «dele­git­ti­ma­zione di Israele è una grande sfida per il popolo ebraico e lo Stato ebraico…deve essere com­bat­tuta e si è tutti in prima linea…Si tratta del nostro diritto di esi­stere qui come un popolo libero e del nostro diritto di difen­derci». Il mini­stro degli affari stra­te­gici, Gilad Erdan, è stato per­ciò inca­ri­cato di avviare al più pre­sto la con­trof­fen­siva al Bds ma anche di rispon­dere alle ini­zia­tive avviate dall’Autorità nazio­nale pale­sti­nese in varie sedi inter­na­zio­nali, come la recente richie­sta di sospen­sione di Israele dalla Fifa, riti­rata però prima del voto.

I pro­mo­tori del Bds non si lasciano inti­mi­dire, fanno sapere che pro­se­gui­ranno la loro cam­pa­gna e respin­gono al mit­tente l’accusa di anti­se­mi­ti­smo, sot­to­li­neando che il boi­cot­tag­gio ha lo scopo di col­pire le poli­ti­che di occu­pa­zione di Israele e soste­nere i diritti dei pale­sti­nesi. Negli Usa però dovranno fare i conti con un avver­sa­rio molto potente, Shel­don Adel­son. Il magnate ame­ri­cano ha annun­ciato l’impiego di grandi risorse finan­zia­rie e umane per com­bat­tere il Bds e ha messo insieme un coor­di­na­mento che coin­volge circa 50 orga­niz­za­zioni e asso­cia­zioni, anche cri­stiane. Il miliar­da­rio spiega che l’impegno sarà sud­di­viso tra tre gruppi: i finan­zia­tori, i mili­tanti che ope­rano sul ter­reno e le società di ricerca che dovranno dare infor­ma­zioni sugli atti­vi­sti del Bds. La con­ven­tion anti boi­cot­tag­gio a Las Vegas inol­tre ha pun­tato l’indice con­tro gli ebrei ame­ri­cani pro­gres­si­sti che offrono appog­gio a coloro che cri­ti­cano Israele e le sue politiche. Nena News

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