Video: soldati israeliani sparano a una donna palestinese, lasciandola sanguinante a terra

The Electronic Intifada, 22.09.2015

https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/video-palestinian-woman-shot-left-bleed-israeli-soldiers

di Ali Abunimah

Questo video pubblicato dall'agenzia Palmedia mostra una giovane palestinese lasciata sanguinante su un marciapiedi nella città occupata di Hebron, in Cisgiordania, dopo che soldati israeliani le hanno sparato martedì mattina.

In serata, fonti palestinesi hanno dato notizia che la donna, la diciottenne Hadil Salah Hashlamoun, era morta in seguito alle ferite riportate.

Il video dimostra che invece di fornire immediata assistenza medica, la ragazza viene brutalmente trascinata fuori dall'inquadratura della telecamera, col suo velo che le scopre la testa mentre viene trascinata per terra. Si vedono coloni e soldati israeliani attorno, in alcuni casi mentre sorridono e ridono sullo sfondo.

Secondo Wattan TV, la giovane donna è stata lasciata sanguinare per oltre 30 minuti.

In un altro episodio, anche un uomo palestinese è stato ucciso nella notte da forze israeliane presso Hebron. Fonti locali hanno raccontato a Ma’an News Agency che Diyaa Abdulhalim Talahmah, 21 anni, è stato ucciso dall'esericto durante un raid nel  villaggio di Khursa. Secondo Israele, ha cercato di lanciare una bottiglia Molotov ai soldati.

Queste sparatorie avvengono solo pochi giorni dopo che Israele ha ulteriormente allentato le sue già molto permissive regole d'ingaggio per l'uso di proiettili contro palestinesi.

Sparatoria al checkpoint

Secondo Wattan TV, la giovane donna nel video si chiamava Hadil Hashlamoun ed aveva 18 anni.

L'esercito israeliano sostiene che le hanno sparato dopo che aveva tentato di accoltellare un soldato, secondo quanto riporta il quotidiano di Tel Aviv Haaretz. Ma le foto e i testimoni contraddicono questa versione. Un portavoce dell'esercito ha detto che l'incidente è avvenuto verso le 8 del mattino al cosiddetto checkpoint del container presso Shuhada Street, secondo Ma’an News Agency. Secondo il portavoce, la donna si sarebbe avvicinata al checkpoint per condurre l'attacco e le forze israeliane avrebbero risposto col fuoco. L'esercito sostiene che la giovane donna è stata soccorsa sul posto da medici israeliani e poi portata in ospedale.

In mattinata suo padre, Saleh Hashlamoun, aveva dichiarato a Wattan TV che sua figlia era stata colpita all'addome da più colpi ed era in condizioni serie ma stabili all'ospedale Shaare Tzedek a Gerusalemme. Prima di sera è deceduta.

Nessuna arma

Il gruppo basato a Hebron Gioventù contro gli insediamenti (Youth Against Settlements) ha pubblicato diverse foto sulla sua  pagina Facebook in cui si vede la giovane donna immediatamente prima e dopo la sparatoria.

 

Le immagini pubblicate da  "Youth Against Settlements" mostrano  Hadil Hashlamoun circondata da soldati israeliani a un chekpoint di Hebron.

Le foto mostrano una persona vestita in un lungo abito nero col velo integrale, con in mano una borsa. In nessuna immagine brandisce alcun tipo di arma.  Diversi militari israeliani puntano armi contro di lei.

Youth Against Settlements sostiene che le foto dimostrano come Hashlamoun stesse cercando di lasciare il checkpoint quando le hanno sparato.

Un'immagine pubblicata da  "Youth Against Settlements" mostra Hadil Hashlamoun ferita a terra.

Altre foto mostrano la vittima a terra con almeno una ferita da arma da fuoco, e la stessa borsa visibile accanto a lei.

Altre foto mostrano la scena della sparatoria, con sangue a terra e fori di proiettile in una porta metallica, dopo che la vittima era stata portata via.

Testimoni

Un testimone, un attivista europeo, ha raccontato al The New York Times che Hashlamoun aveva semplicemente aperto la sua borsa per permettere la sua ispezione, su richiesta di un soldato.

“Mentre apriva la borsa, lui ha cominciato a gridare: ‘Stop! Stop! Stop! Non muoverti! Non muoverti!’” racconta l'attivista. “Lei stava cercando di mostrargli il contenuto della borsa, ma il soldato le ha sparato una volta, e poi ancora." Diversi altri soldati sono accorsi e le hanno sparato.

Un secondo testimone, il 34-enne Fawaz Abu Aisheh, ha dichiarato al Times che Hashlamoun appariva “gelata” e sotto shock. Abu Aisheh dice di aver aperto un cancello dentro il checkpoint per permettere a Hashlamoun di allontanarsi dai soldati. Lei ha provato a farlo. “Anche se avesse avuto un coltello, avrebbe dovuto superare una barriera alta circa un metro per raggiungere il soldato,” aggiunge Abu Aisheh. “C'erano sei o sette soldati con armi pesanti. Non c'era bisogno di questo assassinio.” Il Times dice di aver visto foto che confermano questi racconti. Abu Aisheh appare in alcune di queste immagini. Abu Aisheh ha anche fornito un resoconto dettagliato a Ma’an News Agency che confuta la versione israeliana.

Versioni non verificate

Fermo restando che i Palestinesi abbiano senza dubbio diritto alla resistenza all'occupazione militare israeliana secondo la legislazione internazionale, i resoconti non verificati dell'esercito israeliano non dovrebbero mai essere presi sul serio. Versioni simili sono regolarmente risultate false ogni qualvolta sono emerse prove independenti.

In luglio, un video ha rivelato che il 17-enne  Muhammad Ali al-Kasbeh è stato colpito a morte dal colonnello israeliano Yisrael Shomer mentre stava fuggendo, presso Ramallah. Questo ha smentito la versione dell'esercito, secondo la quale il soldato sarebbe stato in imminente pericolo di vita quando ha sparato.

Il gruppo di diritti umani israeliano  B’Tselem ha avvertito che il supporto di alto livello ricevuto da Shomer può solo rafforzare il  “messaggio illegale” ai soldati di occupazione per cui sarebbero “giustificati e persino incoraggiati nel colpire a morte un lanciatore di sassi palestinese, anche mentre sta fuggendo e non costituisce alcun pericolo.”

Nel dicembre 2012, l'ufficiale della polizia di frontiera israeliana Nofar Mizrahi sosteneva di aver sparato, uccidendo il 17-enne Muhammad al-Salaymeh in un checkpoint di Hebron, perché il ragazzo stava puntando una pistola alla tempia di un altro soldato. Un video ha provato la bugia di Mizrahi.

Nel maggio 2014, un video ha sorpreso soldati israeliani che uccidevano due minorenni nel villaggio cisgiordano di Beitunia da lunga distanza e a sangue freddo.

Nel luglio 2014, la polizia israeliana ha diffuso voci false, secondo cui il 16-enne Muhammad Abu Khudair era stato ucciso dalla propria famiglia in un "delitto d'onore" in quanto gay.  Più tardi la polizia arrestò diversi ebrei israeliani per aver rapito e arso vivo il giovane, durante intensi movimenti anti-palestinesi a Gerusalemme.

L'impunità sistematica che Israele concede al suo personale di occupazione ed ai coloni dimostra come le versioni israeliane non siano quasi mai messe seriamente sotto inchiesta e come i palestinesi non possano fare affidamento alla protezione di un sistema giudiziario.

Traduzione di Giacomo Graziani per Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus, Firenze