I piani israeliani della Cisgiordania sono stati condannati da importanti personalità ebraiche britanniche – Complicità universitarie e comunali

dal Guardian tratto da: FRAMMENTI VOCALI IN MO, 06 giugno  2020   http://www.bocchescucite.org/i-piani-israeliani-della-cisgiordania-sono-stati-condannati-da-importanti-personalita-ebraiche-britanniche/?fbclid=IwAR0Y_759b5exjdKsYPQKo-_WAyGsm2JltV-hkqFx3TGnsahGuXYbrZsPPI4

Alcuni dei nomi più importanti e rispettati nell’ebraismo britannico hanno lanciato l’allarme sui piani del governo israeliano di annettere parti della Cisgiordania, affermando che una tale mossa sarebbe una minaccia esistenziale per Israele.

Tra gli oltre 40 firmatari di questa lettera senza precedenti all’ambasciatore israeliano nel Regno Unito ci sono: Sir Ben Helfgott, uno dei più noti sopravvissuti dell’Olocausto in Gran Bretagna; gli storici Sir Simon Schama e Simon Sebag Montefiore; l’ex segretario agli esteri conservatore Sir Malcolm Rifkind; l’avvocato Anthony Julius; la filantropa Dame Vivien Duffield; lo scienziato Lord Robert Winston; l’ex deputata Luciana Berger, l’editorialista del Times Daniel Finkelstein;  e Howard Jacobson.

Nella loro lettera a Mark Regev (ambasciatore di Israele in UK,NdR) evidenziano “preoccupazione e allarme” per l’impegno del nuovo governo di coalizione israeliano ad estendere il suo territorio  in Cisgiordania. E’ l’ultima indicazione della crescente inquietudine tra gli ebrei britannici sul piano.

I firmatari affermano che le loro preoccupazioni sono “condivise da numerosi membri della comunità ebraica britannica, compresi molti appartenenti alla sua attuale leadership, anche se scelgono di non esprimersi”. Nella lettera scrivono: “Dobbiamo ancora vedere una discussione che ci convince, è stato dichiarato che l’annessione proposta è un passo costruttivo. Invece, a nostro avviso, sarebbe una vittoria di Pirro  che intensificherebbe le sfide politiche, diplomatiche ed economiche di Israele senza produrre alcun beneficio tangibile. Avrebbe gravi conseguenze per il popolo palestinese, ovviamente. Anche la posizione internazionale di Israele ne risentirebbe ed è incompatibile con la definizione di Israele come stato ebraico e democratico.

La mossa sarebbe vista come prova del rifiuto di Israele di un accordo di pace negoziato che prevede la creazione di uno stato palestinese a fianco dello stato israeliano. Ciò infiammerebbe le tensioni localmente e causerebbe la destabilizzazione regionale. Il danno alla reputazione internazionale di Israele sarà enorme”. Inoltre sottolineano che il governo del Regno Unito ha affermato che si opporrà al piano di annessione e che la mossa proposta rafforzerebbe le richieste di boicottaggi e sanzioni contro Israele. “Anche l’impatto sulla diaspora ebraica e le sue relazioni con lo stato di Israele avrebbero profonde ripercussioni. La comunità ebraica britannica è una comunità straordinariamente sionista con un impegno appassionato nei confronti di Israele. Sosteniamo con orgoglio Israele, ma siamo stati aiutati a farlo dallo status di Israele come democrazia liberale che pur difendendosi ,se necessario, si è impegnato  a mantenere sia il suo status ebraico che democratico. Una politica di annessione lo metterebbe in discussione, polarizzando le comunità ebraiche e aumentando la tossicità della  divisione del dibattito al loro interno, allontanando anche un gran numero di ebrei della diaspora dal coinvolgimento con Israele. In queste circostanze l’impegno nei confronti di Israele, che è stato una colla così vitale nel sostenere e unire le comunità ebraiche, nonché un vantaggio per Israele, diminuirà. Se verrà chiesto di appoggiare  l’annessione in Cisgiordania, tuttavia, non saremo in grado di farlo. Tale politica non solo non ha merito, ma costituirebbe una minaccia esistenziale per le tradizioni del sionismo in Gran Bretagna e per Israele come lo conosciamo”. La lettera arriva dopo che il Board of Deputies degli ebrei britannici ha respinto le richieste di condanna della proposta annessione della Cisgiordania, dichiarando : “Non prendiamo posizione nella politica israeliana”.

Il mese scorso, oltre 500 studenti ebrei e membri del movimento giovanile hanno invitato il consiglio di amministrazione a pronunciarsi contro l’annessione unilaterale. La loro lettera è stata seguita da un’altra firmata da centinaia di “ebrei britannici che sostengono il diritto di Israele a prosperare come stato ebraico e democratico”. Tra i firmatari 10 rabbini e Jeremy Beecham del partito laburista: “Le dichiarazioni di sostegno del consiglio per una soluzione a due stati non valgono nulla se il consiglio non riesce a pronunciarsi contro la mossa unilaterale di annessione”. Oltre tre dozzine di deputati hanno anche invitato il consiglio di amministrazione a condannare il piano.

Commento della Redazione: Pur confermando la fede sionista, qualcosa finalmente si muove nel mondo ebraico britannico. Da rilevare due rapporti di Palestine Solidarity Campaign sugli aspetti di complicità in UK, che converrebbe indagare anche negli altri paesi europei.

Il primo rapporto è del novembre 2019, dal titolo “Il ruolo delle università britanniche nel sostenere Israele nella demolizione delle case palestinesi”, aveva pubblicato l’elenco di 24 università britanniche che hanno forme di collaborazione e partnership con JCB, Caterpillar, HSBC e Volvo, quattro aziende complici nella politica israeliana di demolizione delle case palestinesi, per un importo superiore a  $580 milioni.  http://corporateoccupation.org/2019/11/25/the-role-of-british-universities-in-supporting-israels-demolitions-of-palestinian-homes/

Il secondo rapporto,  riguarda come i Comuni britannici investono miliardi nella occupazione israeliana, di Asa Winstanley su Electronic Intifada 29 May 2020

Fondi pensione di almeno 33 amministrazioni locali in Inghilterra e Galles hanno almeno 3 miliardi di $ investiti in aziende complici dei crimini israeliani contro i palestinesi. In aprile l’Alta Corte inglese si era espressa contro una norma emessa dal governo che vietava ai fondi pensione pubblici di disinvestire da nazioni estere, un provvedimento che faceva parte di un pacchetto di misure del governo conservatore per proteggere Israele dal BDS. La dimensione reale degli investimenti è sicuramente assai superiore ai $3 MD accertati e rappresenta solo una piccola parte dell’insieme delle complicità in aziende facenti parte della lista nera pubblicata dall’ufficio ONU per i Diritti Umani delle aziende implicate negli abusi di Israele. Per esempio, i comuni di East Sussex e Hackney hanno oltre $60.000 investiti in Elbit, la maggiore industria di armi privata israeliana. PSC invita dunque ad iniziative per il disinvestimento.

L’insediamento coloniale israeliano di Efrat incombe sulla città palestinese di Betlemme. Fondi pensioni britannici mantengono investimenti in banche israeliane che finanziano Efrat ed altri insediamenti costruiti nella Palestina occupata, un crimine di guerra.

https://electronicintifada.net/blogs/asa-winstanley/british-municipalities-invest-billions-israeli-occupation