Importanti città europee prendono posizione contro le politiche di Israele nei confronti dei palestinesi

Betlemme / PNN / 26-04-2023 https://english.pnn.ps/news/46017Palestine

Alcune città europee hanno annunciato il boicottaggio totale di Israele e delle sue istituzioni, in una chiara espressione di rifiuto delle politiche razziste di Israele e di rifiuto del silenzio del loro Paese su ciò che Israele sta commettendo.

I commentatori ritengono che le decisioni di queste città portino con sé diversi messaggi, il più importante dei quali è che finalmente si stanno adottando misure pratiche per chiedere conto a Israele. Il secondo messaggio è la richiesta ai governi di questi Paesi di adottare misure concrete contro le politiche razziste di Israele. Il terzo messaggio è un messaggio che dice ai palestinesi che non sono soli e che ci sono persone nel mondo che stanno dalla loro parte. Queste città chiedono allo Stato occupante di fermare i suoi crimini contro il popolo palestinese. I palestinesi, da parte loro, hanno accolto con favore i passi compiuti dalle città del Belgio, della Norvegia e di Barcellona, considerandoli un passo importante da parte di queste città, delle loro istituzioni e dei loro popoli per correggere le posizioni internazionali che tacciono sulle violazioni delle leggi e delle consuetudini internazionali e umanitarie da parte di Israele.

Il Dipartimento per gli Affari degli Espatriati dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha accolto con favore la decisione del Comune di Liegi di interrompere i legami con le istituzioni dello Stato occupante, considerando la decisione come un riflesso del rifiuto delle politiche razziste e dell'escalation di crimini commessi dall'occupazione contro il nostro popolo, la sua terra e i suoi luoghi sacri. Il dipartimento dell'Olp ha anche lodato gli sforzi e l'attivismo della comunità palestinese in Belgio, insieme alle istituzioni e ai partiti belgi, nell'organizzare proteste ed eventi che condannano i crimini e le politiche razziste dell'occupazione nei confronti del nostro popolo.

Munther Amira, attivista della resistenza popolare e sostenitore del boicottaggio di Israele e dei suoi prodotti, ha dichiarato in un'intervista al Palestine News Network che queste decisioni di diverse città europee rappresentano un passo importante e significativo verso l'adozione di misure concrete contro lo Stato di occupazione e i suoi crimini contro il popolo palestinese. Amira ha sottolineato nell'intervista a PNN che questa decisione arriva nel contesto del silenzio internazionale, della complicità americana e della normalizzazione araba, ricordando al mondo che c'è chi rifiuta tutte queste politiche internazionali che sostengono lo Stato occupante e tacciono sulle sue pratiche razziste che violano le leggi internazionali. Ha sottolineato che queste decisioni costituiscono un appello da parte di queste città, che chiedono il boicottaggio di Israele e l'imposizione di sanzioni nei suoi confronti, e soprattutto che i governi dei paesi a di cui queste città fanno parte adottino misure concrete contro Israele, che viola il diritto internazionale. Amira ha anche sottolineato l'importanza di continuare a lavorare con le città di diversi Paesi per proseguire con passi simili e aggiuntivi, invitando tutti i comuni palestinesi gemellati con città internazionali a chiedere loro di adottare misure di boicottaggio contro Israele.

[Riguardo alla analoga decisione del comune di Oslo, ] il Comitato nazionale BDS palestinese (BNC), la più grande coalizione che guida il movimento BDS per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, accoglie con grande favore questa decisione e saluta l'instancabile lavoro dei gruppi di base, dei sindacati e dei partiti norvegesi che l'hanno resa possibile.

Dopo la sospensione dei legami con l'Israele dell'apartheid da parte del sindaco di Barcellona, la decisione del Consiglio comunale di Oslo rifiuta la complicità e promuove i diritti umani. Chiediamo alle città di tutto il mondo di interrompere i legami con l'apartheid israeliano per sostenere la ricerca palestinese di libertà, giustizia e uguaglianza. Il movimento BDS ha anche elogiato "i gruppi di solidarietà, i sindacati e i partiti politici norvegesi che hanno lavorato instancabilmente per ottenere questo annuncio".

Oslo esclude i beni e i servizi degli insediamenti

Le ultime espressioni di sostegno al popolo palestinese e ai suoi giusti diritti sono arrivate dalla Norvegia, dove il comune della capitale norvegese, Oslo, ha annunciato il divieto di importare beni e servizi da aziende che contribuiscono direttamente o indirettamente agli insediamenti, in quanto costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale. La capitale norvegese ha annunciato che non commercerà in beni e servizi prodotti in aree occupate illegalmente in violazione del diritto internazionale. La sua politica di approvvigionamento escluderà le aziende che contribuiscono direttamente o indirettamente all'impresa di insediamento illegale di Israele - un crimine di guerra secondo il diritto internazionale.[NdR da Pagine Esteri del 27 u.s. risulta che lo stop alle importazioni dalle colonie riguarda tutta la Norvegia e non solo la città di Oslo]

La città belga di Liegi congela le sue relazioni con la Potenza occupante

Ieri, anche la città belga di Liegi, che dal 2014 ha un rapporto di gemellaggio con la città palestinese di Ramallah, ha votato per congelare le relazioni con l'entità di occupazione israeliana e con tutte le istituzioni "israeliane" pubbliche e private che facilitano la continuazione dell'occupazione e la violazione dei diritti del popolo palestinese. La decisione, sostenuta dalla maggioranza dei membri del consiglio comunale su proposta del Partito Laburista Belga e appoggiata dal Partito Socialista Belga, dal Partito dei Verdi e da un rappresentante del movimento VEGA, conferma il sostegno al popolo palestinese, soggetto ad occupazione militare, apartheid ed insediamenti.

La mozione conferma inoltre il suo sostegno al movimento BDS e il suo rifiuto di trattare con qualsiasi istituzione che abbia a che fare con gli insediamenti o che svolga un qualsiasi ruolo nel sostenere l'occupazione - in conformità con le leggi belghe e dell'Unione Europea - che vìoli gli obblighi nei confronti del sistema europeo dei diritti umani, che violi le regole del diritto internazionale e le risoluzioni ONU adottate , in particolare la risoluzione 242, emanata nel novembre 1967, che rifiuta il sequestro della terra con la forza e chiede il ritiro dai territori palestinesi occupati. La mozione della città belga si basa anche sulla risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza ONU, che considera la creazione di insediamenti incompatibile con le regole del diritto internazionale e ostacola la "creazione di uno Stato palestinese nel quadro di una pace permanente e giusta". La decisione invita inoltre l'entità di occupazione a fermare tutte le sue attività di insediamento, anche nella città di Gerusalemme, confermando il rifiuto di qualsiasi tentativo di modificare la realtà della pre-occupazione iniziata il 4 giugno 1967. La mozione sostiene il pieno diritto al ritorno dei palestinesi cacciati nel 1948, e il Consiglio comunale di Liegi conferma il congelamento di tutte le relazioni con lo Stato di "Israele" e con tutte le istituzioni pubbliche e private che sostengono l'occupazione e traggono vantaggio dalla sua continuazione. Questo fino a quando "Israele" non porrà fine alle sue politiche che violano i diritti del popolo palestinese, come imposto dal diritto internazionale e dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Willy Demeyer, sindaco di Liegi (200 mila abitanti), socialista

Barcellona congela le relazioni con Tel Aviv

In precedenza, il Consiglio comunale di Barcellona, in Spagna, aveva approvato l'annullamento dell'accordo di gemellaggio con la municipalità di "Tel Aviv", sotto occupazione, e il congelamento delle relazioni tra la città e lo Stato occupante. Colau ha anche proposto la cancellazione delle intese tra i corrispondenti partiti di sinistra.

Ada Colau sindaco di Barcellona (1 milione 600mila abitanti) eletta da un raggruppamento di sinistra

Traduzione a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese